Ora per la suinicoltura si affaccia una nuova preoccupatissima minaccia, quella della Peste Suina Africana. Ne parliamo con Mario Marini, presidente di Confagricoltura Parma.
Il mondo dell’Agricoltura italiana, che ci fornisce prodotti alimentari di qualità invidiati e apprezzati in tutto il mondo, è però uno dei comparti più fragili della nostra economia, stretto tra mille problematiche che via via si fanno più opprimenti.
Il cambiamento climatico sempre più accentuato crea problemi alle coltivazioni, la situazione post pandemica che provoca aumenti vertiginosi dei costi, e ora per la suinicoltura si affaccia una nuova preoccupatissima minaccia, quella della Peste Suina Africana. Ne parliamo con Mario Marini, presidente di Confagricoltura Parma.
“Dalle prime notizie apparse sui casi di peste suina in Liguria e Piemonte, abbiamo considerato questa una gravissima minaccia per il settore, e in particolare per la nostra provincia (Parma), distretto di salumi d’eccellenza, nella quale tantissime persone lavorano nel settore tra impiego diretto e indotto. Le misure di biosicurezza dei nostri allevamenti suinicoli sono particolarmente elevate – ha dichiarato Marini – ma va tenuta alta l’attenzione. Servono interventi tempestivi e coordinati per arginare un’emergenza che non riguarda più soltanto le imprese agricole, danneggiate dai selvatici, ma che interessa tutta la popolazione”.
Il presidente di Confagricoltura Parma sottolinea l’elevato rischio portato dai cinghiali, principale veicolo del contagio “La loro presenza eccessiva nei nostri territori è un problema su più fronti perché si riscontrano danni ai raccolti, ci sono rischi sanitari ed anche di sicurezza stradale come dimostrano i frequenti incidenti stradali con i selvatici. Chiediamo a tutte le istituzioni di moltiplicare gli sforzi per sviluppare un’attività di selezione dei cinghiali che riporti il numero di ungulati a un livello compatibile per il nostro territorio”.
E mentre si riscontrano le prime difficoltà sul fronte dell’export con alcuni paesi che hanno bloccato l’import di carni italiane ed altri quelle provenienti dalla zona rossa italiana, il governo nei giorni scorsi ha nominato Angelo Ferrari dell’Istituto zooprofilattico commissario straordinario per l’emergenza PSA.
La malattia è comparsa nel 2014 in alcuni Paesi dell’Est dell’Ue, in seguito si è diffusa in altri stati membri, tra cui Belgio e Germania (dicembre 2021), e a gennaio sono comparsi casi italiani in Liguria e Piemonte.
Per dare un’idea del danno che un aggravamento della situazione potrebbe portare, basta ricordare i dati pubblicati proprio da Confagricoltura: le esportazioni italiane del comparto suinicolo si attestano su un valore di 1,5 miliardi di euro l’anno, di cui oltre 500 milioni destinate fuori dai confini dell’Unione europea.
In Emilia-Romagna la suinicoltura conta su circa 1.200 allevamenti, 1,2 milioni di capi e una produzione lorda vendibile stimata in 307 milioni di euro, nella quale sono ricomprese le varie Dop regionali tra le quali, in primis, il Prosciutto di Parma.