Se improvvisamente esplode il temporale mentre i clienti stanno ancora consumando le ordinazioni chi si accolla il conto?
La domanda è questa. Se in tempi di divieto di somministrazione negli spazi interni scoppiasse il temporale proprio appena servito il pranzo, la cena o un drink al cliente, chi deve pagare? L’avventore o il gestore?
“Il problema del temporale non sussiste quasi quando si ha modo di coprire con una tenda o un ombrellone impermeabile i tavoli all’aperto. Noi siamo fortunati, per esempio”, osserva Elio Sironi chef di Ceresio 7 di Milano.
Ma non mancano i ristoratori “ribelli”. Un caso su tutti: Vito Lorusso, il titolare dello Shed bar di via Saffi a Milano. “Scrivilo, anche se quello che dico non è in linea con la legge. Sono stufo e voglio farmi sentire! Qui allo Shed, se scoppiasse il temporale, non ci penserei due volte e farei sedere tutti dentro rispettando il distanziamento sociale”. Non teme le multe, Vito. “Stiamo ipotizzando, speriamo, un caso raro. E ammetto che confiderei nel buon senso delle forze dell’ordine qualora mi facessero visita in una situazione tanto eccezionale”.