Dario Comini e Francesca Gentile parlano di elemosina. Pier Dal Mas di discriminazione. Che aggiungere? Hanno ragione. Senza ma e senza però
Altro che posticipare alle 23.30 il coprifuoco, come ha proposto De Luca. Sarebbe ora di eliminare proprio il coprifuoco e le zone e di permettere di lavorare nel rispetto delle regole anche agli esercizi senza dehor e al mondo del banqueting, bloccato da quattordici mesi
COSA ACCADE DAL 26 APRILE
Premessa necessaria. Da lunedì 26 aprile 2021 -esclusivamente nelle regioni di fascia gialla- i bar e ristoranti dotati di dehor potranno tornare a riaprire al pubblico, ma solo all’aperto e appena fino alle 22. Il coprifuoco, com’era stato annunciato, resta. Ma di fatto viene spostato di almeno mezz’ora, perché nella circolare che è stata inoltrata ai Prefetti ė prevista la possibilità di tornare a casa dopo la chiusura del locale.
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LA PROPOSTA DI DE LUCA, COPRIFUOCO ALLE 23.30 CON SCONTRINO
Il governatore della Campania De Luca ha detto: “Sarebbe ragionevole consentire l’apertura dei ristoranti fino alle 23 di sera e il rientro a casa fino alle 23.30, perché se esco dal ristorante devo avere la possibilità di tornare a casa, magari mantenendo lo scontrino da esibire alle forze dell’ordine”. LEGGI QUI
PARLANO DARIO COMINI, FRANCESCA GENTILE E PIER DAL MAS
C’ė chi dice sarebbe già un primo passo. Noi no. Anzi. Come Dario Comini, siamo perplessi. Intanto, De Luca parla solo di ristoranti. Il rischio è che i bar siano per l’ennesima volta demonizzati. “Il provvedimento dovrebbe essere esteso a tutti, in caso. Ma non è che un contentino, che non tiene conto delle nostre abitudini. Inoltre, dovrebbero farci aprire anche dentro visto che permettono di somministrare all’interno ad Autogrill e ristoranti con servizio mensa”, concorda Pier Dal Mas, co-titolare del ristorante stellato La Primula, nei pressi di Pordenone.
E poi ci stiamo abituando a rinunciare ai diritti della costituzione. “Un imprenditore onesto non dovrebbe elemosinare il diritto al lavoro”, commenta Dario Comini titolare del Nottingham Forest di Milano (appena uscito in libreria con Mixology Reloaded).
“Non dobbiamo elemosinare il diritto al lavoro. Siamo diventati il capro espiatorio su cui scaricare la incapacità di gestire la pandemia. Dovrebbero permetterci di riaprire senza coprifuoco e senza zone di colore, consentendoci di dimostrare di essere in grado di lavorare in piena sicurezza”, commenta Francesca Gentile titolare del Funi 1898 di Montecatini Terme.
LA NOSTRA OPINIONE
Siamo d’accordo con loro. E lo ribadiamo: il coprifuoco sarebbe da abolire in toto in quanto non funzionale al contenimento dell’epidemia. Anzi, dannoso perché foriero di inevitabili assembramenti e corse all’ultimo drink. Lo abbiamo già potuto constatare quando era possibile somministrare solo fino alle 18.
CHI LA PENSA DIVERSAMENTE DA DARIO COMINI AND CO.
Ma tra i protagonisti del mondo dell’ospitalità non c’è una sola opinione comune.
Tra chi sarebbe favorevole alla proposta di De Luca, per esempi, la titolare del Mint Garden di Milano: “Ovviamente preferirei non ci fossero restrizioni, tuttavia posticipare il coprifuoco alle 23.30 servirebbe perlomeno a garantire ai ristoranti la possibilità di offrire il servizio di cena con un doppio turno e a riabituare le persone ad assaporare il gusto di vivere la notte”, osserva.