HomeEditorialeEcco perché secondo noi il Green Pass al bar e al ristorante...

Ecco perché secondo noi il Green Pass al bar e al ristorante è inutile

L’obbligo dal 6 agosto di mostrare il Green Pass per entrare nei luoghi pubblici non risolve il vero problema. Per nulla.

Lo scopo è chiaro.
Il Governo vuole spronare alla vaccinazione di massa.
Solo che a vaccinarsi dovrebbero essere in primis gli anziani, insomma i più deboli, mentre tantissimi di loro non ne hanno alcuna intenzione. E certo non sarà questa misura a fargli cambiare idea.

Imporre di presentare il Green Pass dai 12 anni in su per poter entrare nei luoghi pubblici non servirà a ridurre il numero di ospedalizzazioni.

green pass
?? ???????? ?? ??? con Bitter Fusetti infuso al rosmarino, Vermouth Carpano classico, Soda al melograno

La notizia è di ieri. Dal 6 agosto il documento (o il tampone) sarà richiesto per sedersi al chiuso in ristoranti e bar, per assistere a spettacoli aperti al pubblico, eventi, competizioni sportive, visitare musei, accedere a istituti e luoghi della cultura, entrare in piscine, palestre, centri benessere, fiere, sagre, congressi, centri termali, parchi tematici e di divertimento, centri culturali, centri sociali e ricreativi, sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò. No. Non servirà.

La variante Delta esiste e si diffonde, anche se ora non dà problemi agli ospedali. Certo, nei mesi a venire ne esisteranno altre.
E l’obbligo di accesso nei luoghi sociali esibendo il Green Pass non aiuta a risolvere il punto critico.
Perché se per i giovani e per chi lavora ormai diventa obbligatorio vaccinarsi, questa disposizione non spronerà gli anziani. Risultato?
A ottobre rischiamo che i più deboli -non vaccinati- finiscano in ospedale e che per questo ci impongano nuove restrizioni.

Uno scenario del genere oggi non dovrebbe essere nemmeno ipotizzabile. Purtroppo, invece, nel settore dell’ospitalità in tanti lo danno addirittura per scontato.

NB. Ricardo Oscar Salgado è titolare del Garnish di Viareggio

Nicole Cavazzuti
Nicole Cavazzuti
Mixology Expert è giornalista freelance, docente e consulente per aziende e locali. Ha iniziato la sua carriera con il mensile Bargiornale e, seppur con qualche variazione sul tema, si è sempre occupata di bar, spirits e cocktail. Oggi scrive di mixology e affini su VanityFair.it e Il Messaggero.it. Chiamata spesso come giudice di concorsi di bartending, ha ideato e condotto il primo master di Spirits and Drinks Communication. Da novembre 2019 è la responsabile della sezione bere miscelato del nostro ApeTime Magazine. Per 15 anni è stata la prima firma in ambito mixology del mensile Mixer, organo di stampa della FIPE, per il quale ha ideato diverse rubriche, tra cui il tg dell'ospitalità (Weekly Tv) e History Cocktail, ancora attive e oggi in mano agli ex colleghi di redazione.

Aziende • Prodotti • Servizi

VINO

Dolce Salato