L’obbligo dal 6 agosto di mostrare il Green Pass per entrare nei luoghi pubblici non risolve il vero problema. Per nulla.
Lo scopo è chiaro.
Il Governo vuole spronare alla vaccinazione di massa.
Solo che a vaccinarsi dovrebbero essere in primis gli anziani, insomma i più deboli, mentre tantissimi di loro non ne hanno alcuna intenzione. E certo non sarà questa misura a fargli cambiare idea.
Imporre di presentare il Green Pass dai 12 anni in su per poter entrare nei luoghi pubblici non servirà a ridurre il numero di ospedalizzazioni.
La notizia è di ieri. Dal 6 agosto il documento (o il tampone) sarà richiesto per sedersi al chiuso in ristoranti e bar, per assistere a spettacoli aperti al pubblico, eventi, competizioni sportive, visitare musei, accedere a istituti e luoghi della cultura, entrare in piscine, palestre, centri benessere, fiere, sagre, congressi, centri termali, parchi tematici e di divertimento, centri culturali, centri sociali e ricreativi, sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò. No. Non servirà.
La variante Delta esiste e si diffonde, anche se ora non dà problemi agli ospedali. Certo, nei mesi a venire ne esisteranno altre.
E l’obbligo di accesso nei luoghi sociali esibendo il Green Pass non aiuta a risolvere il punto critico.
Perché se per i giovani e per chi lavora ormai diventa obbligatorio vaccinarsi, questa disposizione non spronerà gli anziani. Risultato?
A ottobre rischiamo che i più deboli -non vaccinati- finiscano in ospedale e che per questo ci impongano nuove restrizioni.
Uno scenario del genere oggi non dovrebbe essere nemmeno ipotizzabile. Purtroppo, invece, nel settore dell’ospitalità in tanti lo danno addirittura per scontato.