Oggi il tour del mondo alla scoperta delle birre fa tappa in Bosnia Erzegovina, con il Sarajevska Pivara: il primo birrificio dello Stato ad essere inaugurato.
Peculiare la Sarajevsko premium dotata di una termo-etichetta che quando diventa rossa vuol dire che ha raggiunto la temperatura di 7 gradi, ovvero quella ideale per la degustazione. E la lager Nektar..
Dopo le tappe in Asia, Africa e Americhe, il viaggio alla scoperta delle birre prodotte nel mondo torna nel Vecchio Continente, per la precisione nei Balcani. Il nome dello Stato, che ha ottenuto l’indipendenza nel 1992, deriva dal fiume Bosna, uno dei principali corsi d’acqua del Paese, e dal titolo di ‘herceg’ che significa duca. Per questo motivo la regione letteralmente si chiama ‘la terra di herceg’: un nome che compare per la prima volta nei documenti storici risalenti al 1448.
Come abbiamo visto anche in altre occasioni, anche in questo caso la cultura brassicola è stata importata da popolazioni che hanno occupato la regione nel corso della storia. La Bosnia infatti, dopo essere stata occupata per tre secoli dall’Impero ottomano, nella seconda metà dell’800 cadde sotto il dominio austro-ungarico: occupazione questa che sarebbe durata fino alla fine della prima guerra mondiale quando, nel 1918, questa regione sarebbe entrata a far parte del neonato Stato degli Sloveni, dei Croati e dei Serbi che nel 1929, dopo un colpo di stato, fu rinominato Jugoslavia.
Non è un caso quindi che nella seconda metà dell’Ottocento, un periodo di relativa stabilità sociale e di prosperità economica, contrassegnato dal passaggio dall’Impero ottomano al dominio asburgico, siano nati anche qui i primi birrifici. Decisivo l’arrivo di austriaci e tedeschi la cui tradizione brassicola aveva già una storia plurisecolare.
IL BIRRIFICIO SARAJEVSKA PIVARA
Il primo birrificio ad essere inaugurato, il 24 maggio 1864, fu il Sarajevska Pivara situato ancora oggi in uno dei palazzi più eleganti della capitale Sarajevo. Gli storici lo considerano il più antico edificio industriale della Bosnia. Si tratta inoltre dell’unico birrificio europeo a non aver mai interrotto la produzione, neppure durante la guerra dei Balcani e sotto i bombardamenti che danneggiarono la struttura.
Oggi questa azienda, che offre lavoro a circa 500 persone, propone un’ampia gamma di prodotti. Birre la cui qualità è riconosciuta a livello europeo come dimostrano i numerosi riconoscimenti ottenuti fra cui la presenza nella top ten della classifica stilata dal World beer awards che valuta migliaia di prodotti brassicoli provenienti da tutto il mondo.
I prodotti del birrificio
La prima referenza del birrificio, ancora in produzione e uno dei prodotti di punta, è la Sarajevsko Pivo. Si tratta di una lager con una gradazione del 4,9% di color giallo paglierino. Con un’abbondante schiuma, mette in risalto aromi di mele e cereali fra i quali ovviamente spicca il luppolo.
Nel portfolio dell’azienda troviamo anche una birra con un particolare davvero unico: la Sarajevsko premium infatti è dotata di una termo-etichetta che quando diventa rossa vuol dire che ha raggiunto la temperatura di 7 gradi, ovvero quella ideale per la degustazione. Come caratteristiche peculiari, si presenta di un bel giallo dorato con aromi erbacei e note agrumate.
IL BIRRIFICIO BANJA LUKA
Come detto in precedenza, la produzione brassicola bosniaca è portata avanti da diverse realtà che hanno iniziato la loro attività a fine ’800. Fra le altre ricordiamo il birrificio della città di Banja Luka, da cui prende il nome, fondato da monaci trappisti austriaci nel 1873 e ancora oggi uno dei più importanti della Bosnia.
Qui, seguendo una ricetta che prevede l’utilizzo di tre diverse tipologie di luppolo che vengono miscelate con l’acqua pura del fiume Vrbas, viene prodotta la lager Nektar. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una birra la cui qualità è riconosciuta anche al di fuori dei confini bosniaci: sono infatti dieci le medaglie che ha ottenuto alla prestigiosa rassegna Monde Selection che si svolge a Bruxelles.
Una curiosità infine: questo birrificio sponsorizza la squadra di calcio italiana della Triestina.
Questo breve racconto di come sia nata, e di come si sia sviluppata, la filiera brassicola bosniaca dimostra che anche in un contesto sociale ed economico molto difficile, se non drammatico come lo è stato nel corso della guerra dei Balcani, è possibile realizzare delle birre di qualità che vengono premiate dagli esperti del settore e sono apprezzate sui mercati internazionali.