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Giro del mondo in birra: Malta, un panorama birrario dinamico ed in espansione

Dopo due tappe consecutive in Africa, per l’esattezza in Madagascar e Mali dove vengono realizzate sia birre industriali che tradizionali, il viaggio alla scoperta dei prodotti brassicoli del mondo torna in Europa, a Malta.

Una terra che, nonostante una superficie molto piccola, e solo mezzo milione circa di abitanti, presenta un panorama birrario molto dinamico ed in continua espansione.

Si tratta dell’arcipelago di Malta, il Paese più piccolo dell’Unione europea, situato a soli 80 km dalle coste della Sicilia, sulle cui isole sono presenti numerosi micro birrifici che ne fanno un’autentica piccola patria della ‘craft beer revolution’, ovvero la rivoluzione della birra artigianale.

Come abbiamo già avuto occasione di spiegare, si tratta di quella scuola di pensiero che si sta espandendo in tutto il mondo i cui dettami portano i mastri birrai a creare nuove ricette ed inventare nuovi stili brassicoli partendo da quelli classici: il tutto senza tralasciare i passaggi chiave che differenziano le birre artigianali da quelle industriali, ovvero le prime non devono essere né filtrate né pastorizzate e realizzate senza l’uso di conservanti, motivo per cui deperiscono molto prima rispetto alle seconde rendendone difficoltosa l’esportazione.

Il portale ‘Rate beer’ illustra come siano in commercio almeno cinquanta birre artigianali maltesi: per questo motivo sorge spontanea la domanda di come sia possibile che tutti questi prodotti (di cui molti di qualità secondo il medesimo database) riescano ad avere un proprio mercato.

Il motivo che si cela dietro alla costante crescita del movimento brassicolo maltese è da ricercare nell’altrettanto rapida ascesa del numero di turisti che si recano ogni anno nell’arcipelago: si tratta sia di turismo balneare che culturale dato che Malta è sede di tre siti dichiarati dall’Unesco patrimonio dell’umanità.

A questo si deve aggiungere che, come dimostra ad esempio il fatto che la lingua ufficiale sia l’inglese, è molto forte il legame di Malta con una delle patrie mondiali della birra, ovvero la Gran Bretagna della quale è stata una colonia fino al 1964: ecco quindi come si spiega il fatto che l’antica bevanda faccia parte della cultura maltese da secoli e per questo in molti abbiano deciso di cimentarsi nella sua produzione (non solo maltesi, ma anche stranieri stabilitisi a vivere nell’arcipelago, come nel caso dell’italiano Samuele d’Imperio che, nel 2014, ha fondato il birrificio ‘Lord Chambray’).

Lord Chambray, birra in Malta

Il turismo di massa ha quindi accelerato lo sviluppo di un settore che già faceva parte delle tradizioni locali non solo per quanto riguarda la produzione, ma anche i consumi: secondo il ‘World beer index’ infatti adesso a Malta si consumano 176 litri di birra pro capite all’anno.

Un altro aspetto particolare del panorama brassicolo maltese è il fatto che qui la produzione artigianale è l’unica presente, ovvero non vi sono birrifici industriali: questo il motivo per cui, essendo le prime aziende locali dedite alla produzione dell’antica bevanda state fondate negli anni venti dello scorso secolo, si può dire che a Malta siano stati precorsi i tempi della ‘craft beer revolution’.

La prima fabbrica di birra maltese, la L. Farrugia & Sons (conosciuta come Farsons, abbreviazione di Farrugia & Sons) fu infatti fondata nel 1928 a Hamrun (vicino alla capitale) dall’architetto e ingegnere Lewis V. Farrugia per soddisfare le esigenze della guarnigione britannica e della marina di stanza nell’arcipelago.

Questo il motivo per cui la produzione iniziò proponendo una ale del tutto simile a quella che i soldati erano abituati a consumare in patria, la Farsons Pale Ale: nel tempo si sarebbero aggiunte altre tipologie, sempre ad alta fermentazione e in stile inglese.

Nello stesso anno, e a breve distanza dalla Farsons, il marchese Giovanni Scicluna (di origini siciliane), la cui famiglia nel 1840 aveva creato la prima banca locale di proprietà privata, acquistò da uno dei sui clienti una fabbrica dismessa con l’intento di aprirvi un piccolo birrificio.

Una volta ottenuta una licenza esclusiva temporanea per la produzione in stile bavarese di lager sotto i nomi Cisk Pilsne r e Cisk Münchener, aprì la ‘The Malta Export Brewery’: la prima birra prese il nome di Cisk (dal soprannome di Giuseppe Scicluna, “IC-Cisk”) Pilsner che ancora oggi è una delle più apprezzate dai turisti e dai maltesi. Nel 1948 infine, dalla fusione delle rivali Simonds Farsons e The Malta Export Brewery, nacque la Sismond Farsons Cisk Brewery, comunemente nota come Farsons.

Farsons Blue Label Ale, birra Malta

La tecnica produttiva dell’azienda, oggi come allora del tutto artigianale, consente di proporre delle birre che spesso, secondo gli esperti, risultano più corpose, morbide e cremose delle corrispettive inglesi. Fra i prodotti iconici della casa troviamo la Farsons Blue Label Ale, una mild ale di colore ambrato. Lanciata nel 1928, presenta una media effervescenza, una schiuma fine ed un intenso aroma di malto: sono presenti inoltre sentori erbacei e di zucchero di canna ai quali si aggiungono note fruttate, caramello, bacche rosse, luppolo e uva passa.

Malta che quindi, anche sorprendentemente se non si guarda alla storia e allo sviluppo del settore turistico che ha interessato tutto l’arcipelago negli ultimi anni, presenta un panorama brassicolo molto variegato nonostante il territorio ristretto e una popolazione di solo mezzo milione di abitanti: anzi si può parlare di un Paese precursore della rivoluzione brassicola artigianale che oggi interessa tutto il mondo.

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Nicola Prati
Classe 1981. Subito dopo la maturità classica, inizia a collaborare con la ‘Gazzetta di Parma’ (2000): una collaborazione giornalistica che durerà otto anni. Contemporaneamente, dal 2005 al 2008, fa parte dell’ufficio stampa del Gran Rugby Parma. Successivamente, fra le altre esperienze lavorative, quella nell’ufficio comunicazione interna di Cariparma Credit Agricole e nella direzione relazioni esterne del gruppo Barilla. Le sue due più grandi passioni sono tutti gli sport e la musica. A queste, si aggiungono la lettura, i viaggi e la cucina. Collabora con ApeTime da gennaio 2021.

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