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Giro del mondo in birra: Messico, uno dei Paesi più importanti per il panorama birrario mondiale

Dopo le due tappe consecutive in Africa, con la scoperta dei prodotti brassicoli realizzati in Marocco e alle Mauritius, il tour cambia continente e approda in America Latina per fare visita ad uno dei Paesi più importanti per quanto riguarda il panorama birrario mondiale: il Messico.

Se infatti, ad esempio, il Belgio è famoso in tutto il mondo per gli stili che sono nati nel corso dei secoli nei suoi birrifici e nelle sue abbazie, il Messico è uno dei maggiori produttori della bevanda del pianeta: qui, ogni anno, se ne producono 11 miliardi di litri.

Questo dato consente al Paese di essere stabilmente, da diversi anni, al quarto posto della relativa classifica alle spalle solo dell’irraggiungibile Cina (38 mld), Stati Uniti (21) e Brasile (14). Ad ulteriore dimostrazione dell’importanza della birra nelle tradizioni messicane, troviamo il dato relativo ai consumi annui: secondo il ‘World beer index’ infatti ne vengono degustati 234 litri pro capite, appena dieci in meno che in Gran Bretagna.

Come in Africa, anche qui infatti la bevanda ha sempre svolto un ruolo centrale nella cultura delle diverse civiltà che hanno popolato questo territorio nel corso della storia: le prime testimonianze di una bevanda fermentata, molto simile alle odierne birre, qui realizzata risalgono all’epoca precolombiana e a secoli prima dell’avvento di Cristoforo Colombo e dei colonizzatori spagnoli.

Tesguino, birra con mais Messicana

 

Si trattava di una bevanda a base di mais, conosciuta con il nome di ‘Tesguino’, che veniva impiegata durante i rituali per entrare in contatto con diverse divinità: oggi questo tipo di birra viene ancora realizzato dalle comunità Mazateche che popolano la regione a nord della catena montuosa della Sierra Madre.

Conosciuto con il nome di ‘Atole’, il primo passaggio per la sua preparazione prevede che il mais venga messo in ammollo per molte ore, a volte giorni, e, in seguito, pestato e miscelato con acqua. La massa ottenuta viene lasciata in ammollo con peperoncini rossi secchi (Chiltepec): il giorno seguente la si estrae, filtra e cuoce in grandi contenitori ed infine si aggiungono erbe e spezie per dare sapore e colore al prodotto finale. L’atole viene solitamente consumato con prodotti tipici locali quali i fagioli Bayos o Ayocote e la salsa a base di semi di Chiltepec.

Per quanto riguarda l’odierno panorama brassicolo messicano che, come visto, produce ben 11 miliardi di litri all’anno, non si può non evidenziare come anche qui sia arrivata la ‘craft beer revolution’, ovvero la rivoluzione dei birrifici artigianali: un avvento graduale, almeno nella sua fase iniziale risalente al primo decennio di questo secolo, che però, nel volgere di poco tempo, ha portato all’apertura di circa 250 piccoli birrifici.

Ovviamente, i prodotti industriali sono ancora i dominatori del mercato sotto il profilo dimensionale: la quasi totalità della torta è infatti spartita tra il Grupo Modelo (titolare anche dell’onnipresente, in tutto il mondo, Corona)  e la Cerveceria Cuauhtemoc-Moctezuma (in orbita Heineken), alla quale fanno capo altre etichette popolari come Tecate e Sol.

Tecate, birra Messico

Settore delle birre artigianali messicane che però è in continua crescita e riscuote sempre maggiore successo grazie ad un’offerta variegata e di qualità. Quali sono invece le linee  guida che il settore craft messicano sta seguendo? Diverse, come ovunque nel mondo dato che artigianale vuol dire interpretare, sperimentare ed innovare.

Da un lato infatti forte, a tratti irresistibile, è stata ed è l’attrazione verso tipologie straniere già consolidate, soprattutto per quelle di matrice britannica ad alto contenuto alcolico (Imperial Stout, Robust Porter, Barley Wine): a queste si affiancano quelle (classiche e nuove) dei confinanti Stati Uniti: Apa, American Ipa e tutti gli spin-off di quest’ultima.

Dall’altra parte però è già divenuta forte la volontà di costruire una propria identità brassicola nazionale, motivo per cui i protagonisti del “renacimiento” artigianale si dedicano a alla realizzazione di ricette nelle quali vengono messi in risalto, nel ruolo di autentici protagonisti, diversi dei numerosi prodotti caratteristici del Messico.

Si trovano infatti sperimentazioni con spezie e tipicità alimentari quali chili, caffè, cacao (o cioccolato), erbe, bevande tradizionali quali il pulque (succo d’agave fermentato del quale abbiamo parlato in occasione della tappa in Guatemala) e la tequila.

Capostipite del movimento artigianale messicano è stato il micro birrificio Minerva di Guadalajara al quale, nell’arco di pochi anni, se ne sono aggiunti molti altri fra i quali citiamo Insurgente (di Tijuana), Baja (a Los Cabos) e la Cervecería Cucapá (con sede a Mexicali): tutte realtà produttive che possono fare affidamento su una plurisecolare cultura brassicola che ha dato vita ad un panorama brassicolo nazionale fra i più importanti, effervescenti ed interessanti di tutto il mondo.

Nicola Prati
Classe 1981. Subito dopo la maturità classica, inizia a collaborare con la ‘Gazzetta di Parma’ (2000): una collaborazione giornalistica che durerà otto anni. Contemporaneamente, dal 2005 al 2008, fa parte dell’ufficio stampa del Gran Rugby Parma. Successivamente, fra le altre esperienze lavorative, quella nell’ufficio comunicazione interna di Cariparma Credit Agricole e nella direzione relazioni esterne del gruppo Barilla. Le sue due più grandi passioni sono tutti gli sport e la musica. A queste, si aggiungono la lettura, i viaggi e la cucina. Collabora con ApeTime da gennaio 2021.

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