HomeCuriositàIBA: dalla fondazione nel 1951 alle codifiche dei drink

IBA: dalla fondazione nel 1951 alle codifiche dei drink

Parliamo dell’IBA, tra storia e presente.
Intanto, forse non tutti sanno che l’International Bartender Association è stata fondata il 24 febbraio 1951 dalle associazioni professionali di sette Paesi: Italia, Inghilterra, Danimarca, Svezia, Svizzera, Olanda e Francia.

Solo dopo dieci anni è arrivata la classificazione dei drink IBA.

Una codificazione nata grazie al nostro Angelo Zola. Fu lui a proporre il 2 novembre 1960 durante il Congresso IBA all’Hotel Scribe di Parigi di costituire un comitato con il compito di codificare un numero limitato di bevande a livello internazionale, in base ai cocktail più popolari serviti dai baristi in ogni paese.‎

‎La‎‎ prima IBA cocktail list ufficiale risale al ‎‎1961‎‎: appena 50 drink, approvati in Norvegia al Gausdal Mountain Hotel di Oslo.
La più recente lista risale al 2020 e si compone di 90 drink (13 più di quella stilata nel 2011).

Iba drink
Ve.n.To photo di Nicole Cavazzuti

Tra le new entry c’è il Ve.n.To, primo cocktail cn la grappa a essere inserito in lista, fortemente appoggiato dal Presidente Giorgio Fadda.

“La lista è il punto di partenza per tutti i baristi e gli studenti delle Scuole Alberghiere di tutto il mondo”, commenta Remo Onesto, membro Aibes e da poco maitre al DV Chalet di Madonna di Campiglio.

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Nicole Cavazzuti
Nicole Cavazzuti
Mixology Expert è giornalista freelance, docente e consulente per aziende e locali. Ha iniziato la sua carriera con il mensile Bargiornale e, seppur con qualche variazione sul tema, si è sempre occupata di bar, spirits e cocktail. Oggi scrive di mixology e affini su VanityFair.it e Il Messaggero.it. Chiamata spesso come giudice di concorsi di bartending, ha ideato e condotto il primo master di Spirits and Drinks Communication. Da novembre 2019 è la responsabile della sezione bere miscelato del nostro ApeTime Magazine. Per 15 anni è stata la prima firma in ambito mixology del mensile Mixer, organo di stampa della FIPE, per il quale ha ideato diverse rubriche, tra cui il tg dell'ospitalità (Weekly Tv) e History Cocktail, ancora attive e oggi in mano agli ex colleghi di redazione.

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