Parliamo di dehors. Sedersi all’aria aperta al tavolino di un bar è di certo più sicuro che viaggiare in metro o stare in coda al supermercato o nei negozi
La primavera si avvicina e i dehors dei locali rappresentano una grande opportunità per la ripresa dell’economia del settore ospitalità, per il benessere psicologico delle persone e per la sicurezza delle città.
Ormai è evidente che con il Covid-19 dovremo imparare a convivere. E con le sue varianti pure. Impossibile dire per quanto tempo, ma non è questione di mesi. Ed è già trascorso un anno. Dopo 365 giorni, sarebbe ora di cambiare approccio nella gestione della pandemia.
Sia chiaro: individuare strategie efficaci per conciliare salute, economia e benessere psicologico è compito del governo. Ma nel governo a oggi mancano ancora dei rappresentanti del settore. Professionisti che sono stufi, a ragione, di essere tacciati di essere untori.
Ora, pensiamo al futuro. La primavera è alle porte. Perché non prendere una strada diversa da quella dello scorso anno (i bar e i ristoranti ripresero l’attività il 18 maggio 2020)?
Perché non cominciare con aprire i dehors?
Non si scoprono nuove terre senza prima perdere di vista per molto tempo il porto. A guardare i fatti, il governo Conte evidentemente ha avuto paura di solcare l’alto mare e ha preferito navigare vicino alla costa. Adesso tocca a Draghi.
Da lui e dal nuovo esecutivo ci auspichiamo maggiore lungimiranza, attenzione e rispetto. Per il settore e per la società.
Ma torniamo ai dehors dei locali. Vanno riaperti. E per più motivi.
C’è una questione di salute pubblica. Certo, il Covid-19 è ancora tra noi. Ma i dehors dei locali pubblici sono più sicuri di un vagone della metropolitana, di un bus o di un tram. E anche della coda al supermercato o nei negozi.
C’è un problema di economia: non bastano i ristori o le agevolazioni. I nostri imprenditori hanno bisogno di lavorare.
E c’è un aspetto sociale. Bar e ristoranti ricoprono una funzione di presidio del territorio. Ecco perché l’apertura dei locali, nel segno delle regole anti Covid-19, aiuterebbe a mantenere sotto controllo la situazione e a evitare i ritrovi clandestini con tanto di assembramenti in casa, nei parchi, nei sottoscala, nelle cantine, nei retrobottega … e nei locali che -per una ragione o per un’altra- hanno deciso di mantenere aperto nonostante i divieti. Locali che, da Parigi a Milano, stanno diventando una realtà sempre più diffusa.