All’importanza del colore nei drink Luca Manni, Capo Barman al Move On e al Caffé Concerto Paszkowski di Firenze, dedica un intero capitolo del suo libro fresco di stampa Cocktail Estetica (Il Forchettiere).
“Non ci sono dubbi: il colore gioca un ruolo essenziale nella bellezza di un drink. Un cocktail attraente visivamente si vende di più. Insomma, l’occhio dà un gusto a quello che beviamo”, spiega Luca Manni.
COLORE L’ABC

La regola generale da tenere presente: mediamente siamo tutti più attratti da una bevanda di colore chiaro piuttosto che di aspetto scuro.
“I cocktail devono avere colori luminosi, brillanti o sgargianti. Ovviamente i migliori alleati di un bartender amante dei colori sono i distillati neutri. Tuttavia, si può giocare con la tabella cromatica per rendere più intrigante la colorazione di un cocktail”, specifica Luca Manni.
Quindi? “Se il drink contiene una parte di amaro, per esempio, e ha un colore marrone si può stemperarne la tinta unendo un ingrediente più chiaro”, suggerisce.
Nessuno vieta di creare un drink totalmente nero con il carbone vegetale, ma per renderlo invitante bisognerà aggiungere un dettaglio colorato o dorato.
Per modificare la tonalità del drink, una tecnica efficace è quella della chiarificazione, sempre più di moda nella mixology contemporanea.
Come funziona? Se si aggiungono preparati a base di latticini come latte e yogurt, oppure ci si affida a una macchina professionale come il rotavapor, si possono togliere i pigmenti colorati da una sostanza e ottenere una miscela molto più chiara e vivace.




