HomeIntervisteLuca Manni: Il colore del drink? Molto più di un dettaglio

Luca Manni: Il colore del drink? Molto più di un dettaglio

All’importanza del colore nei drink Luca Manni, Capo Barman al Move On e al Caffé Concerto Paszkowski di Firenze, dedica un intero capitolo del suo libro fresco di stampa Cocktail Estetica (Il Forchettiere).

“Non ci sono dubbi: il colore gioca un ruolo essenziale nella bellezza di un drink. Un cocktail attraente visivamente si vende di più. Insomma, l’occhio dà un gusto a quello che beviamo”, spiega Luca Manni.

COLORE L’ABC

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La regola generale da tenere presente: mediamente siamo tutti più attratti da una bevanda di colore chiaro piuttosto che di aspetto scuro.
“I cocktail devono avere colori luminosi, brillanti o sgargianti. Ovviamente i migliori alleati di un bartender amante dei colori sono i distillati neutri. Tuttavia, si può giocare con la tabella cromatica per rendere più intrigante la colorazione di un cocktail”, specifica Luca Manni.

Quindi? “Se il drink contiene una parte di amaro, per esempio, e ha un colore marrone si può stemperarne la tinta unendo un ingrediente più chiaro”, suggerisce.

Nessuno vieta di creare un drink totalmente nero con il carbone vegetale, ma per renderlo invitante bisognerà aggiungere un dettaglio colorato o dorato.

Per modificare la tonalità del drink, una tecnica efficace è quella della chiarificazione, sempre più di moda nella mixology contemporanea.

Come funziona? Se si aggiungono preparati a base di latticini come latte e yogurt, oppure ci si affida a una macchina professionale come il rotavapor, si possono togliere i pigmenti colorati da una sostanza e ottenere una miscela molto più chiara e vivace.

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Luca Manni
Cocktail Estetica, un libro di Luca Manni: la filosofia del bere miscelato tra teoria e pratica
Nicole Cavazzuti
Nicole Cavazzuti
Mixology Expert è giornalista freelance, docente e consulente per aziende e locali. Ha iniziato la sua carriera con il mensile Bargiornale e, seppur con qualche variazione sul tema, si è sempre occupata di bar, spirits e cocktail. Oggi scrive di mixology e affini su VanityFair.it e Il Messaggero.it. Chiamata spesso come giudice di concorsi di bartending, ha ideato e condotto il primo master di Spirits and Drinks Communication. Da novembre 2019 è la responsabile della sezione bere miscelato del nostro ApeTime Magazine. Per 15 anni è stata la prima firma in ambito mixology del mensile Mixer, organo di stampa della FIPE, per il quale ha ideato diverse rubriche, tra cui il tg dell'ospitalità (Weekly Tv) e History Cocktail, ancora attive e oggi in mano agli ex colleghi di redazione.

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