Luca Manni su questo è perentorio: “I drink classici celebri andrebbero serviti solo nel proprio bicchiere specifico. Mentre per valorizzare i signature è meglio scegliere bicchieri particolari, di impatto, instagrammabili. L’obiettivo è lasciare a bocca aperta i nostri ospiti”
Capo Barman al Move On e al Caffé Concerto Paszkowski, uscito da poco in libreria con Cocktail Estetica (Il Forchettiere), Luca Manni è un appassionato di manga e anime giapponesi. E si nota. Come si nota la sua passione per i mercatini vintage.
Luca Manni, quanto conta il bicchiere per la buona riuscita estetica di un drink?
Moltissimo, è decisivo. Lo può esaltare o mortificare. Inoltre, ci aiuta a comunicare filosofia e identità del locale al cliente.
Come individuare il bicchiere giusto?
Innanzitutto, bisogna prima decidere il contenuto. Il bicchiere va scelto sulla base del drink. E poi, selezionato a seconda del gusto. Se i cocktail ha un bel colore, cercheremo un contenitore che lo esalti. Al contrario, sono ottime soluzioni quei materiali coprenti come una mug di rame, le coppette di argento o metallo o persino una latta da zuppa.
Consigli per decorare il drink in armonia con il bicchiere?
Non esiste una regola valida per tutti. A me, per esempio, piace giocare sui contrasti. Mi spiego: se il cocktail ha una decorazione minimal cerco un bicchiere molto vistoso.
L’errore da evitare?
Strafare e rendere il cocktail una creazione informe.