Disidratare dà la possibilità di preparare la frutta per decorare i cocktail durante il periodo in cui si ha il minor prezzo disponibile di acquisto e la migliore qualità.
Disidratare significa eliminare l’umidità in un certo alimento accelerandone l’essiccamento e migliorandone la conservazione.
Con Dario Comini, autore del testo Mixology Reloaded (Gribaudo Editore) parliamo del disidratatore.
Dario Comini, che cos’è il disidratatore?
È uno strumento che attraverso una fonte di energia (ovvero l’azione del calore) elimina l’umidità e migliora la conversazione dei prodotti.
Quanti tipi di disidratatori esistono?
Diversi. Fondamentalmente, però, si dividono in due categorie a seconda del posizionamento dell’apparato riscaldante.
Ovvero, orizzontale e verticale.
Come funzionano?
Non molto diversamente da come funziona un fornetto elettrico ventilato. Una resistenza scalda l’area a una determinata temperatura che viene poi spinta dalla ventola tra i cestelli forati sovrapposti sui cui vengono posizionati gli alimenti.
A quale temperatura bisogna impostare l’apparato?
Dipende, ma in linea generale consiglio di impostare la temperatura tra i 30 e 50 gradi. Così eviterete di cuocere la frutta o le erbe e di cambiarne di conseguenza le caratteristiche gustative.
Quanto costa un disidratatore?
Il costa va dai 100 ai 1000 euro.




