Nelle scorse settimane alla manifestazione Taste, a Firenze, il Consorzio del Parmigiano Reggiano era salito da protagonista sul palco per parlare di “lunghe stagionature”, ovvero quelle che superano i 40 mesi.
Si tratta di un anno importante questo per il Consorzio, che nacque nel 1934 e che quest’anno compie dunque 90 anni. Per tutto l’anno con varie iniziative sarà celebrata questa ricorrenza, fondamentale per la storia del Parmigiano Reggiano: basti dire che dagli anni 30 ad oggi la produzione è quadruplicata.
Il presidente Nicola Bertinelli ha sottolineato come gli ultimi tre anni siano stati densi di sfide tra pandemia inflazione e crisi per le guerre scoppiate; da questa situazione però il prodotto sta uscendo vincente e sempre in crescita, soprattutto sui mercati stranieri.
Una delle principali strategie che il Consorzio intende portare avanti per crescere ulteriormente è appunto quella di allungare la stagionatura di una quota maggiore di prodotto per soddisfare una richiesta che si attesta in costante crescita: un buon 15% in più ogni anno dopo il Covid.
L’obiettivo è quello di arrivare a 100.000 forme di prodotto invecchiato contro le 65.000 attuali; una delle problematiche principali connessa a questo obiettivo, è che così facendo si allontana il momento della vendita e quindi del guadagno per i produttori.
Il consorzio nel passato ha anche dato dei contributi per questo, ora però spenderà quei soldi in maniera diversa, e cioè aumentando la promozione per far conoscere di più le caratteristiche delle stagionature lunghe e lunghissime, c’è già infatti chi arriva anche a 100 mesi. Importante notare che questa fascia di formaggio a maggior valore e quindi di maggior costo non è stata penalizzata dalle crisi degli ultimi anni. Altro obiettivo è quello di crescere nel canale distributivo dei ristoranti, ancora piuttosto limitato; gli sforzi in tal senso saranno affiancati da una più forte politica di difesa del nome dalle imitazioni e dalle falsificazioni.