HomeBirraRiprodotta la birra celtica senza luppolo

Riprodotta la birra celtica senza luppolo

Lo sviluppo della storia della birra moderna si lega anche a quella delle popolazioni celtiche che abitavano nelle isole britanniche e nell’Europa centrale tra l’VIII e il V secolo a.C.: con buone probabilità furono i Celti a far conoscere la birra ai romani quando questi li colonizzarono e fecero della Gallia una provincia dell’Impero romano.

Questa popolazione usava bere la cervogia o birra senza luppolo, detta anche “ceruisia”, oppure una birra d’orzo ambrata, leggermente tostata ed affumicata (la “kerewos”, espressione che significava “cervo rosso”): senza dubbio però era la prima la bevanda amata anche dai romani, le cui tracce restano ancora oggi nel termine spagnolo “cerveza”.

Presso i Celti, inoltre, erano conosciute anche altre bevande simili quali l’Alica, nutriente, depurante e leggera, la Celia o Ceria, di frumento e farro, il Bryton, di media gradazione a prevalenza d’orzo ed il Camum realizzato con miglio e con miele, di colore bruno.

Quello delle birre che venivano prodotte più di 5mila anni fa è senza dubbio un argomento molto affascinante che nel corso dei secoli è stato oggetto di ricerca da parte degli studiosi di vari settori:recentemente, è stata fatta una scoperta davvero importante in tal senso, che ha consentito d’iniziare a svelare i segreti della birra celtica

Gli scienziati dell’Università Carlo di Praga e dell’Università Palacký di Olomouc, infatti, da alcuni anni, stanno effettuando degli scavi in un sito archeologico risalente all’età del ferro e situato nei pressi di una grotta della Moravia chiamata ‘Grotta del toro’.

Qui, fra le altre cose, sono stati rinvenuti 40 scheletri, una vasta collezione di gioielli realizzati in ambra, vetro, bronzo, oro e altri materiali, ceramiche, armi, attrezzi per la metallurgia. Per quanto riguarda invece l’importante ritrovamento inerente la birra celtica, sono stati in grado di estrarre il polline da diversi di questi oggetti.

L’analisi di questo elemento, eseguita dall’Istituto botanico di Brno, ha rivelato la presenza di tracce di miglio e di varie erbe nei campioni, ingredienti comunemente utilizzati dai celti nella produzione della bevanda. Quello che però ha maggiormente sorpreso gli studiosi è stata la presenza del trifoglio, un ingrediente insolito comunemente non impiegato nella birra: si è ipotizzato che questo elemento fosse utilizzato per addolcire la bevanda data la dolcezza del suo polline del quale si nutrono le api per produrre il miele.

Solitamente, infatti, nelle birre preistoriche erano presenti ingredienti che servivano a migliorarne il gusto ed altri che venivano utilizzati per conservarla: vi erano diverse botaniche fra le quali quali l’olmaria o la filipendula ulmaria, la salvia o salvia officinalis e l’artemisia o l’artemisia vulgaris che donavano alla bevanda un sapore molto aspro e amaro.

birra celtica

Come riportato da Zuzana Golec-Mrová, direttrice degli scavi, gli scienziati ritengono inoltre che le materie prime per la produzione della birra fossero deposte nelle tombe come offerte rituali, una pratica comune tra i celti e anche in altre antiche culture come quella dell’Antico Egitto.

In quel periodo infatti era abbastanza normale per le persone della nobiltà equipaggiare i loro defunti con tutte le cose di cui potevano aver bisogno nell’aldilà,in special modo cibo, vasi di ceramica, gioielli, armi e anche bevande, fra cui la birra, come è stato possibile appurare con gli scavi eseguiti in questo sito archeologico scoperto nel 1867: si tratta di uno dei più importanti centri di culto e sepoltura del popolo di Hallstatt, i primi abitanti celtici dell’Europa centrale.

Il primo lotto di questa birra, denominata TauriALE in riferimento alla ‘Grotta del Toro’, è stato prodotto in collaborazione con il birrificio artigianale Lesia: in futuro invece la bevanda dovrebbe essere prodotta dal birrificio Eureka, di proprietà dell’Università Palacký di Olomouc e disponibile solo in occasioni speciali.

L’aspetto più importante da sottolineare è che questa birra è priva di luppolo poiché l’uso di questo cereale, nella produzione, è una pratica che è stata introdotta solo nell’alto Medioevo: la birra celtica è quindi una bevanda alle erbe caratterizzata da un sapore amaro e aspro.

Golec Mírová ha inoltre dichiarato che i consumatori probabilmente troveranno il sapore della TauriAle leggermente diverso rispetto a quello delle birre moderne a causa della mancanza del luppolo e dei sapori conferiti dalle erbe: una bevanda che ricorderà, per l’aroma deciso che sprigionerà, il gruit, ovvero l’antenata delle moderne birre assai diffusa nell’Europa centrale in epoca medioevale ed anch’essa priva del medesimo cereale.

Senza dubbio, questa scoperta e la birra a cui ha dato origine sono riuscite a ravvivare la sacralità della bevanda più famosa e amata d’Irlanda, avvalorando il mito che da sempre la caratterizza e che, a livello planetario, l’ha resa uno dei simboli per eccellenza del Paese dei trifoglio.

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