Spirits: è tempo di glocal e di territorialità. Ecco le ultime novità lanciate sul mercato
Qualche mese fa fece parlare la nascita di Amaro Venti – L’amaro Italiano, il primo preparato solo con botaniche raccolte in Italia secondo i metodi liquoristici tradizionali.
Ma sono sempre di più gli spirits nel segno della territorialità.
Per esempio, è appena arrivato Gin Giusto, il nuovo london dry gin realizzato in Toscana utilizzando esclusivamente bacche di ginepro del Chianti. Lo produce la Distilleria Deta, storica azienda valdelsana, già produttrice di grappe e liquori, che ha lavorato quasi un anno per trovare i giusti equilibri del gin che vanta, tra le botaniche, anche coriandolo e pepe nero.
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Sempre made in Toscana nascono pure una nuova birra e un inedito liquore aromatizzati ai fiori di canapa commercializzati con il marchio HempItaly, risultato di uno studio dell’Università di Pisa pubblicato sulla rivista scientifica Food Chemistry.
Più a Nord: Andreas Roner ha voluto festeggiare i suoi 80 anni passati tra gli alambicchi della distilleria di Termeno (BZ), in Alto Adige, con un nuovo prodotto. Si chiama Caldiff 80 ed è un distillato di mele Gravensteiner, invecchiato in barrique per 17 anni, di cui due nelle botti di Rum.
Sono soli alcuni esempi.
E la tendenza è internazionale: aumentano ovunque gli spirits glocal. Così pochi mesi fa per esempio dalle Filippine è sbarcato Rum Don Papa, dal Messico il Whiskey Sierra Norte e dall’Amazzonia Canaïma preparato con un blend di botaniche per la maggioranza d’origine amazzonica (come il frutto della passione endemico o il cacao bianco). E il fenomeno è destinato a crescere.
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