La tecnologia ci aiuta in tante attività che svolgiamo. Tuttavia, come per i medicinali, ci sono delle controindicazioni. Vediamo il “bugiardino” delle videoconferenze.
Che ci piaccia o no, le videochiamate, (“call” o “videocall” per chi ama gli inglesismi) sono diventate uno strumento d’uso quotidiano o quasi.
Fino a poco tempo fa, erano utilizzate solo in casi estremi o nell’assoluta impossibilità di incontrarsi direttamente. Sono effettivamente molto utili, ma hanno alcune controindicazioni:
- Uso limitato preconcetto – Molti professionisti utilizzano ancora troppo poco questo strumento, preferendo incontri o telefonate. Sarebbe anche corretto, se fosse una vera scelta. Ma spesso è una “non scelta”, per vari motivi: rifiuto delle novità in genere; scarsa predisposizione all’uso di tecnologie varie; rifiuto preconcetto del cambiamento. Attenzione, poiché questi comportamenti sono segnali che portano inevitabilmente l’individuo a un invecchiamento professionale precoce. E a volte non solo professionale. Affermazione frequente tra i contrari alle videocall: “La videochiamata non è come incontrare direttamente le persone!” Certamente, come confutare una così brillante ovvietà? Peccato che la videocall vada presa in considerazione solo quando non è possibile o opportuno l’incontro diretto. Va quindi vista, al limite, come uno strumento migliorativo di una telefonata o di una e-mail.
- Uso esasperato – Siamo all’opposto del precedente capoverso: alcuni professionisti ne abusano, forse per fare sfoggio di una pseudo competenza o per far sentire gli altri un po’ inferiori, sempre professionalmente parlando. Vedo ancora troppe videocall che potrebbero essere tranquillamente sostituite da una telefonata. O con una veloce videochiamata sul cellulare, tipo Whatsapp o altri.
- Uso limitato della tecnologia – Molti professionisti si limitano alla semplice videochiamata, senza beneficiare fino in fondo degli strumenti che hanno per le mani. Forse tutti sanno che possono vedere insieme all’interlocutore documenti scritti, video e audio, ma pochi lo fanno. Pochi creano gruppi di lavoro nelle cosiddette “stanze” o “room”. Tutti sanno che possono registrare il video della riunione, ma pochi utilizzano poi la registrazione audio per riascoltare i momenti salienti anche in luoghi diversi dal lavoro e senza bisogno del PC.
- Uso errato della tecnologia – Io tengo da anni anche corsi e consulenze online. Mi stupisce ancora il numero elevato di persone che vorrebbe partecipare al corso senza la webcam, con una illuminazione scarsa o sbagliata, con un’ambientazione (location) inadatta che raccoglie tutti i rumori, con una connessione lenta ed instabile. E che fa fatica a spegnere/riaccendere webcam o microfono. E se non fosse un corso, ma fosse un primo contatto con un importante cliente? Che immagine darebbe del proprio Studio o attività? Usare bene lo strumento, ricordate, vi fa giocare sempre …in casa: meglio no?
- Uso imposto al cliente – Pretendere che l’interlocutore si adegui alla vostra proposta di fare una videocall. Proponetelo, se lo ritenete opportuno e conveniente per il tipo di relazione, ma non insistete se la persona non ha familiarità. Se è un vostro conoscente, cliente o fornitore, piuttosto dategli la disponibilità ad aiutarlo a comprenderne l’uso.
- Uso senza controllo del tempo – La concentrazione davanti al display, fa perdere la cognizione del tempo. Non fidatevi della vostra percezione, ma date e datevi un orario di fine riunione, non solo di inizio, e rispettatelo. Anche se nei PC l’orario è in evidenza, suggerisco una bella sveglietta analogica da tenere sott’occhio. A proposito di tecnologia…