Prospettive rosee per l’Aceto balsamico tradizionale di Modena che nel 2021 ha visto le sue vendite ritornare ai livelli pre-pandemia.
Quello che però lascia più soddisfatti tutti coloro che ruotano attorno a questo mondo, è il fatto che si tratta di una filiera sana con una quantità di produttori in netto aumento, cosa che fa ben sperare anche rispetto alla crescita dell’interesse del mercato.
Bisogna tenere presente infatti che per gestire l’aumento della richiesta di prodotto, nel caso dell’aceto balsamico occorre giocare d’anticipo, l’aumento di produzione non si può improvvisare da un anno all’altro infatti, perché per ottenere l’aceto balsamico tradizionale, ci vogliono anni (il periodo di invecchiamento va da 12 a 25 anni).
Ad oggi, a quanto afferma il presidente del consorzio di tutela dell’aceto balsamico di Modena Enrico Corsini, la filiera è composta da 250 produttori che hanno nelle loro botti in via di invecchiamento circa 3 milioni di litri del prezioso nettare, con un incremento notevole rispetto al decennio precedente.
Nel 2021 vi è stato inoltre un incremento della produzione e delle vendite superiore al 17% e il centro di imbottigliamento del consorzio ha registrato un aumento del 30% delle quantità imbottigliate; oltre 110 mila le confezioni certificate immesse sul mercato.
Molto difficile anche in questo campo la tutela del prodotto tipico che viene appunto operata dal Consorzio di tutela aceto balsamico tradizionale di Modena (nato nel 2008 con riconoscimento ministeriale nel 2009). Iscritti al consorzio e autorizzati all’uso della dicitura “balsamico” sono esclusivamente tre aceti: il ‘balsamico di Modena igp’ il ‘balsamico tradizionale di Modena dop’ e l’aceto ‘balsamico tradizionale di Reggio Emilia’.
Il Consorzio svolge azioni di tutela e vigilanza, promozione e divulgazione del prodotto tipico. Il caso più noto e dibattuto di attacco e tentativo di imitazione e falsificazione è sloveno, ma col crescente successo dell’aceto balsamico stanno moltiplicandosi tanti altri condimenti definiti balsamici che altro non sono che specchietti per le allodole per il consumatore, ingannevoli e dannosi per i produttori tradizionali.