Comte de Montaigne in prima linea per la tutela del Terroir e la salvaguardia della biodiversità
Il domaine conta 40 ettari, il 10% dei vigneti è già certificato Bio, una percentuale che punta ad aumentare nei prossimi anni
Il prossimo 22 aprile i calici si alzeranno per brindare al World Earth Day, la giornata nata negli anni ’70 dall’intuizione del presidente Kennedy. Una data che ogni anno riaccende i riflettori sull’importanza di una cultura sempre più informata e consapevole per la tutela del “sistema Terra”. E anche quest’anno Comte de Montaigne, Maison de Champagne de Prestige dell’Aube – una delle regioni di eccellenza nella produzione delle bollicine più amate al mondo – ribadisce il suo impegno per una produzione nel segno della salvaguardia dell’ambiente.
Stéphane Revol, Owner & CEO di Comte de Montaigne, ha fatto dell’eco-sostenibilità uno stile di vita, che ha trasferito anche nella filosofia dell’azienda.
Il domaine conta 40 ettari, il 10% dei vigneti è già certificato Bio, una percentuale che punta ad aumentare nei prossimi anni con l’obiettivo di orientarsi sempre di più verso una viticoltura sostenibile e a tutela della biodiversità. L’azienda è inoltre in possesso dell’ambita certificazione HVE (Alto Valore Ambientale), un marchio creato e supervisionato dal Ministero francese dell’Agricoltura Agroalimentare e Forestale che promuove la produzione delle aziende agricole che si impegnano in pratiche rispettose dell’ambiente.
“In questa importante ricorrenza dedichiamo un brindisi simbolico a tutti i viticoltori che come noi si impegnano con determinazione e competenza per dare vita a vini prodotti in piena armonia con l’habitat naturale”, commenta Stéphane Revol.
“L’obiettivo della nostra Maison è proprio quello di dare vita a Cuvée di qualità assoluta, che racchiudano le caratteristiche più autentiche del territorio dell’Aube”, commenta Stéphane Revol. “L’impegno per la tutela del nostro terroir nasce dalla volontà di consegnare, alle generazioni future suoli non contaminati e in grado di produrre senza alcun supporto chimico uve di eccellenza”.
E Philippe Narcy, Enologo della Maison, aggiunge: “Grazie alle nostre best practice sostenibili produciamo Cuvée di qualità Premium. Ad esempio, non usiamo gas per proteggere i vitigni, ma semplice acqua, ed il ciclo produttivo dei nostri vini è a ridotte emissioni di Co2. Inoltre, abbiamo ridotto al minimo i trattamenti della vigna: li eseguiamo solo in caso di malattia della vite, mai in via preventiva”.
La Champagne, prima regione vinicola al mondo ad avere effettuato un bilancio del carbonio
Nel 2002/2003 la Champagne è stata la prima regione vinicola al mondo ad aver effettuato un bilancio delle emissioni di CO2.
Una diagnosi che ogni cinque anni scatta la fotografia dell’impatto climatico delle voci relative all’industria dello Champagne (come la coltivazione della vite, l’elaborazione del vino, l’imballaggio, i rifiuti, fino alle sostanze inquinanti generate dal turismo nella Regione) e che ha portato nel 2005 all’elaborazione di un primo piano di riduzione del 25% delle emissioni di carbonio entro il 2025, che ha già reso possibile la diminuzione dell’impronta ecologica dello Champagne del 15% tra il 2003 e il 2018, e punta a raggiungere l’obiettivo NetZero entro 2050.
Una produzione nel rispetto dell’ambiente
In Champagne, l’impegno per una viticoltura sostenibile è il risultato di un percorso culturale e di lavoro collettivo tra vignerons e grandi Maison iniziato oltre venti anni fa, che oggi si traduce in best practice come il controllo dei fattori produttivi con un approccio eco-attento; il rispetto e la valorizzazione del terroir e della biodiversità, fino alla gestione responsabile del patrimonio idrico e dell’energia e alla riduzione dell’impronta ecologica di ogni fase della filiera produttiva.
Ecco perché oggi in Champagne ben il 60% delle superfici della denominazione beneficia di una certificazione ambientale.
Comte de Montaigne: Best Practice sostenibili per Cuvée di eccellenza
La ESG Strategy è al centro del DNA di valori che ispira il processo produttivo di Comte de Montaigne e si traduce in alcune importanti best practice che riducono al minimo gli effetti nocivi della vinificazione sull’eco-sistema circostante. Ad esempio:
Nutrizione e difesa della vite:
il disciplinare della Maison include fino a un massimo di tre trattamenti annuali della vigna, che vengono effettuati solo in caso di malattie delle piante e mai in via preventiva.
Gestione e lavorazione del suolo:
attraverso processi finalizzati all’aumento del contenuto di sostanza organica e quindi alla riduzione di CO2 emessa in atmosfera;
Gestione dell’acqua di irrigazione:
per ottimizzare l’utilizzo delle risorse impiegate nel processo di coltivazione e cura del vitigno, la Maison dedica grande attenzione ai tempi e alla frequenza di intervento sul terreno, sia per limitare il dispendio del patrimonio idrico che per ridurre al minimo il potenziale stress per le piante.
Niente Gas a protezione dei vitigni:
per contrastare gli effetti nocivi del gelo sui vitigni, la Maison non usa Gas per scaldare la vigna, ma semplice acqua, che avendo una temperatura di congelamento di zero gradi, viene irrorata sulle gemme, che altrimenti gelerebbero a meno 2 gradi, per proteggerle. In questo modo si crea una “capsula” di gelo che protegge il vitigno in modo assolutamente naturale.
Una difesa dei suoli ben consapevole della loro importanza per la vigna:
I concimi utilizzati sono tutti vegetali per proteggere il suolo e permettere alle radice dei vitigni di beneficiare di un nutrimento sano, propedeutico alla longevità delle piante. In questo modo i vitigni possono crescere naturalmente e dare vita a uve assolutamente genuine e prive di residui chimici.
Esclusivo utilizzo di collanti vegetali ricavati anche dalla lavorazione dei piselli, nei processi di lavorazione del vino.
Rigenerazione dei terreni tramite la loro messa a riposo e la copertura vegetale nei vigneti con piante e siepi.