HomeEditorialeCoronavirus, col vaccino rischi minimi. Folle pensare di chiudere i bar

Coronavirus, col vaccino rischi minimi. Folle pensare di chiudere i bar

Il Coronavirus ha ricominciato la sua corsa: contagi e ricoveri in aumento preoccupano in vista del Natale. Strano, vero? È autunno. Scusate l’ironia, ma sarebbe ora di smetterla di alimentare il panico. Di pensare di chiudere in anticipo i bar. E di invitare i virologi a parlare in tv e in radio.

CoronavirusI numeri non lasciano dubbi: con il vaccino, il rischio di ammalarsi di Coronavirus in modo grave è ridottissimo.
I rapporti Iss settimanali ci dicono che l’efficacia vaccinale, anche in questa fase epidemica con variante delta prevalente, si conferma alta sia nel prevenire l’ospedalizzazione (91%), che il ricovero in terapia intensiva (95%) e il decesso (91%). E che gli over 80 restano i soggetti più fragili.

Inoltre, se è vero che c’è un aumento delle diagnosi Covid nella popolazione con età 0-19 anni, verosimilmente è dovuto alla maggiore attività di screening all’interno delle scuole.

Il Coronavirus esiste e ci dobbiamo convivere, ma ora che c’è anche il vaccino non è più accettabile pensare di ricorrere ancora a soluzioni (inutili) come coprifuoco o chiusure anticipate. Cosa che peraltro è stata imposta in Olanda, dove hanno deciso di abbassare le serrande dei locali alle 20 a causa dell’aumento dei contagi. Una scelta che mi fa paura.

E mi fanno timore personaggi come il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Istituto Galeazzi Milano e professore associato all’Università degli Studi di Milano, che ospite di Un Giorno da Pecora ha affermato che ritiene probabile la scelta di ricorrere a dei lockdown chirurgici in casi estremi.

Piuttosto di ipotizzare di chiudere i bar di nuovo alle 18 (fossero anche le 20 o le 22), chiediamo il Green Pass ovunque. Anche in metropolitana. E non mi dite che non si può fare. Qualche multa ramdom e la gente inizierebbe a rispettare le regole.

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Nicole Cavazzuti
Mixology Expert è giornalista freelance, docente e consulente per aziende e locali. Ha iniziato la sua carriera con il mensile Bargiornale e, seppur con qualche variazione sul tema, si è sempre occupata di bar, spirits e cocktail. Oggi scrive di mixology e affini su VanityFair.it e Il Messaggero.it. Chiamata spesso come giudice di concorsi di bartending, ha ideato e condotto il primo master di Spirits and Drinks Communication. Da novembre 2019 è la responsabile della sezione bere miscelato del nostro ApeTime Magazine. Per 15 anni è stata la prima firma in ambito mixology del mensile Mixer, organo di stampa della FIPE, per il quale ha ideato diverse rubriche, tra cui il tg dell'ospitalità (Weekly Tv) e History Cocktail, ancora attive e oggi in mano agli ex colleghi di redazione.

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