L’autunno volge al termine, la vendemmia è stata completata ovunque e le fermentazioni dei mosti oramai sono in stato molto avanzato dappertutto, c’è spazio dunque per un primissimo bilancio dell’annata 2021, che pare esser abbastanza sorprendentemente positivo un po’ dappertutto.
Tutto questo nonostante i gravi problemi, principalmente meteorologici, che si sono succeduti: dalle gelate alle grandinate alle siccità e ondate di calore estreme.
Ci si aspettava che i quantitativi prodotti sarebbero stati minori rispetto a quelli degli anni precedenti ed è confermato, ma la qualità sembra decisamente ottima. A fare le spese della siccità è stato soprattutto il centro-sud, mentre al nord e toscana ha picchiato più duro il freddo fuori stagione.
Passando in rassegna un po’ tutte le principali aree produttive, nel nord ovest dell’Italia, zona di Nebbiolo, la sofferenza idrica è stata abbastanza limitata dalla vicinanza alle Alpi, si sono però patite in alcune zone le gelate primaverili; nel Monferrato la quantità di uva prodotta è stata minore rispetto alla media ma i grappoli erano molto sani (tratto questo comune un po’ a tutto il paese proprio per effetto della scarsa umidità); la siccità (che si ripete anno dopo anno) comunque preoccupa parecchio i coltivatori.
In Franciacorta hanno colpito durissimo le gelate dei primi di aprile con un calo del 25% della produzione. Anche nel nord est (Veneto e Friuli) il calo c’è stato, ma più contenuto: una media del 5-10% con alcune zone colpite più duramente, sempre per questioni climatiche.
Pesante l’impatto delle gelate anche nel centro, nella Toscana del Brunello colpita duramente dal freddo ma anche dalla pesante e persistente siccità estiva. Scendendo invece al meridione, la vendemmia del Primitivo di Manduria in Puglia, posticipata per dare modo alle uve di maturare in maniera ottimale dopo gli eccessi climatici estivi, è stata di ottimo livello senza eccessivi scostamenti dai quantitativi solitamente raccolti.
E in Sicilia, dopo i picchi di caldo con i storici 48 gradi del Siracusano, agosto e settembre sono stati via via più equilibrati e hanno regalato una maturazione perfetta delle uve; da segnalare come le aziende più strutturate siano però ricorse all’irrigazione di emergenza.
C’è poi anche qualcuno che esulta decisamente, come alcuni produttori delle Langhe per i quali il calo non si è visto è la qualità dell’uva è stata eccezionale per l’assenza di umidità che ha preservato da varie infestazioni; e qualcuno che piange decisamente, come molti produttori dell’Emilia Romagna, colpita duramente sia dalle gelate di marzo-aprile sia dalla durissima siccità durata in pratica da metà maggio a fine agosto.
Nel complesso comunque il vino 2021 italiano c’è, è di buona qualità, ed è pronto ad soddisfare la richiesta sempre crescente che si sta delineando in questi anni di Pandemia.