Proprio nei giorni in cui è esplosa la polemica perché Facebook (o meglio i suoi algoritmi e filtri) ha intercettato dei post che citavano la finocchiona, bloccandoli e interpretandoli come un insulto legato a una preferenza sessuale, la Toscana celebra il suo salume attraverso una serie di video e una campagna social della serie “Nato in Toscana”.
La finocchiona, nasce dall’unione tra i sapori e profumi della carne di maiale e il finocchietto selvatico (fiori e semi), ma tra gli altri ingredienti fondamentali si annoverano sale, pepe, aglio e in alcune ricette anche il vino.
In alcune ricette, diciamo, perché in realtà di ricette ne esistono diverse, dal momento che la finocchiona è diffusa un po’ in tutta la Toscana e viene realizzata in vari modi, con ingredienti lievemente diversi e con varie carni, talvolta di maiale bianco classico, talvolta di cinta Senese, il maiale nero per eccellenza; tutte le finocchione in ogni modo godono dell’Indicazione geografica protetta e il Consorzio vigila e garantisce la qualità dei prodotti.
Ma come si produce questa specialità? Semplice, una volta realizzato, l’impasto viene insaccato e ha bisogno di asciugare a temperature comprese tra i 12 e 15 gradi e poi di stagionare, a temperatura in simili, in un ambiente questa volta piuttosto umido. Dopo di che non resta che gustarlo a fette con pane toscano, ma sempre più sta prendendo piede anche il suo utilizzo come ingrediente in ricette rustiche toscane.
La campagna di promozione in corso è inserita nella rubrica “Nato in Toscana” che propone video di presentazione dei prodotti toscani tipici ed è messa in atto dalla Regione Toscana insieme al Comitato regionale consumatori Toscana e le principali organizzazioni settoriali agricole come Confcooperative Legacoop Confagricoltura Coldiretti e Cia.