Il Negroni è nato tra la fine del 1917 e la fine del 1919 a Firenze. E non per mano di un barman, ma per intuizione di un appassionato di bere miscelato, il conte Camillo Negroni.
Emiliano Arena, bar manager del Dalodi di Roma, lo ha rivisitato nel rispetto della ricetta IBA. Si chiama Negroni Rubino e ha un gusto più morbido rispetto all’originale per via degli ingredienti scelti. E si può fare senza difficoltà anche a casa.
LA RICETTA
Che cosa vi serve? 3 cl (mezza tazzina da caffè) di London Dry Gin, 3 cl -mezza tazzina da caffè – di Martini Riserva Speciale Rubino, 3 cl -mezza tazzina da caffè- di Martini Riserva Speciale Ambrato
Come si fa?
Inserire il ghiaccio nel bicchiere e raffreddarlo. Eliminare l’acqua in eccesso con un colino. Quindi versare un ingrediente alla volta. Mescolare e decorare con una fettina di limone o di arancia.
LA STORIA
Nonostante la celebrazione del centenario sia stata fatta nel 2019, non è davvero sicuro che il Negroni sia nato proprio quell’anno. In compenso non c’è dubbio che sia stato ideato a Firenze. E che la sua paternità non sia da attribuire a un barman, ma a un cliente: il conte Camillo Negroni. Uomo elegante ed eclettico, era un accanito fumatore e appassionato bevitore. E, tra i drink, amava in particolare l’Americano (Campari, vermouth rosso e seltz).
Fu lui a chiedere un giorno al barista Fosco Scarselli di irrobustire il cocktail sostituendo la parte analcolica con il gin. Risultato? Da allora, il Conte ordinò sempre “il solito” e in breve tempo, incuriositi, anche gli avventori cominciarono a chiedere “un Negroni”. Che in pochi mesi divenne popolare in tutta Firenze. E poi nel mondo.