Invecchiare i cocktail in botte sta diventando una pratica sempre più comune. Quali drink si prestano in particolare, però? “Intanto, tutte le miscele a base di soli alcolici: dal Manhattan al Negroni, dal Martini al Boulevardier”, risponde Dario Comini.
Qui sotto ecco tutto quello che devi sapere sui cocktail invecchiati in botte! Leggi i suggerimenti del mitico Dario Comini.
Insieme al titolare del Nottingham Forest di Milano, co-fondatore della rivista on-line bartender.it e autore di saggi (l’ultimo, la guida Mixology Reloaded), vi diamo qualche consiglio sulle botti da scegliere per invecchiare il drink, sul tempo necessario e sulle norme igienico sanitarie da seguire.
Partiamo dalla botte ideale per invecchiare i cocktail. Le migliori sono quelle in legno di piccola taglia, dai 2 ai 10 litri.
Generalmente si tende ad affinare i cocktail per un paio di mesi se messi in botte da 2 litri, tra i due e i quattro mesi se inseriti in quella da 4 litri e infine tra i 6 e i 12 se si usa un contenitore da 10 litri.
Nei primissimi invecchiamenti i tempi sono più rapidi. All’inizio, dopo due settimane il cocktail potrebbe essere affinato. Al contrario, dopo 5 anni di utilizzo, il rallentamento del rapporto di tannino potrebbe fare gradualmente raddoppiare e addirittura triplicare i tempi necessari per l’affinamento del drink.
Per quanto riguarda le norme sanitarie e igieniche da seguire, non ci sono regole specifiche, quindi vanno seguite le direttive previste dal protocollo HACCP.
La botte va tenuta in un luogo pulito e va sempre utilizzata da piena, lasciando appena una o due dita di aria dal bordo interno. Quest’accortezza permette di contenere le possibilità di formazione di muffe.