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Questoeilmassimo: fotografia food & cocktail, così si emerge

Per Questoeilmassimo la fotografia è uno strumento per raccontare una storia, un dettaglio, una situazione. Il suo scopo? Emozionare e lasciare un segno indelebile. Nel cuore e nella memoria. Oggi e domani.

Fotografo ufficiale del gruppo Dorrego (proprietario di oltre 20 locali a Milano e Roma), video maker, regista e social media manager, Questoeilmassimoall’anagrafe Massimo Marcolin- è nato a Treviso 39 estati fa. Dopo la laurea al Dams di Padova ha vissuto e lavorato a Ferrara per oltre dieci anni. Poi, nel 2019, è arrivato nel capoluogo lombardo. E il 16 settembre si trasferirà a Parigi. Ma prima, sabato 9 settembre al Vesper di Milano, racconterà il nostro Paese con la mostra Una vita in Italia, la sua prima personale, un viaggio denso di emozioni, con punte di assoluta poesia. In tutto, sei sezioni, ognuna con un’introduzione a cura dello stesso Marcolin, per un viaggio nel Belpaese attraverso sei luoghi chiave della sua vita (guarda la gallery con alcuni degli scatti in esposizione al Vesper). 

@questoeilmassimo tu, tra le altre cose, sei fotografo, videomaker e social media manager. Quali qualità servono per emergere in queste professioni?
Credo che, come in ogni lavoro che riguardi la sfera artistica, al di là della tecnica sia necessario il “fattore X”, ovvero quella caratteristica che ti differenzia dagli altri. Intendiamoci, bisogna comunque studiare e prepararsi per essere impeccabili dal punto di vista tecnico. Ma quella è solo la base. Per emergere davvero occorre anche quell’elemento in più che ti contraddistingue. In altre parole, serve il talento.

Quali sono le principali difficoltà del tuo lavoro?
Dipende dal ruolo. Le professioni di fotografo e videomaker richiedono molta concentrazione e resistenza alla fatica. Quando hai fatto esperienza e, come me, sei alla soglia dei 40 l’ideale sarebbe lavorare con un assistente, se non addirittura con una squadra. Di fatto, però, spesso manca il budget per pagare più di un professionista e così ti ritrovi a dover gestire tutto da solo. Ed è decisamente stancante, a livello mentale e fisico.
Come social media manager, invece, il rischio, quando sei un professionista scrupoloso e attento, è di non staccare mai, di lavorare H24, 7 giorni su 7. Il che, ovviamente, non è sano. Bisogna quindi essere capaci di organizzarsi per potersi fermare ogni tanto e prendersi magari un’intera giornata di riposo in mezzo alla settimana, come se fosse il sabato o la domenica di chi fa un lavoro “normale”.

Spettacolo di tango al Porteño Prohibido di Milano, foto della mostra Una vita in Italia di @questoeilmassimo
Spettacolo di tango al Porteño Prohibido di Milano, foto in esposizione nella mostra Una vita in Italia di @questoeilmassimo

Tu ti occupi soprattutto di food, beverage e ospitalità. Quanto è importante conoscere l’argomento di cui parli?
Il discorso vale per qualunque specializzazione. Se sei “semplicemente” fotografo e videomaker, conta relativamente poco. Ma è fondamentale, invece, se fai anche il social media manager, a maggior ragione se non ti limiti a pianificare i post ma sei anche responsabile dei contenuti. In genere, infatti, il social media manager è affiancato da un copywriter, ma non sempre. E in questo caso una buona conoscenza dell’argomento è imprescindibile per poter creare contenuti professionali e di qualità.

La comunicazione non è un “extra”

Quali sono gli errori tipici da evitare in questo settore?
Il principale, direi, è quello di copiare gli altri. Certo, bisogna guardare la concorrenza ma al tempo stesso è importante seguire il proprio istinto. A fare la differenza è la capacità di prendere ispirazione senza limitarsi a replicare.

@questoeilmassimo, Negroni del Flores Cocteles di Milano, drink list autunno/inverno 23-24

Secondo te gli imprenditori dell’ospitalità sono consapevoli dell’importanza di una buona comunicazione sui social?
Una forte sterzata in questo senso è stata determinata dalla pandemia, almeno in Italia: in quel periodo molti imprenditori si sono resi conto di quanto sia utile la comunicazione sui social, in particolare su Instagram, e hanno rivisto le proprie strategie. Tuttora, però, solo in pochi sono davvero consci dell’importanza di avvalersi di un professionista per la gestione dei contenuti sui social. Di conseguenza, non è scontato vedere riconosciuto il giusto valore economico al proprio lavoro, anche perché dall’esterno non ci si rende conto del tempo che richiede. Soprattutto per quanto riguarda l’editing e la postproduzione di foto e video.

Malamocco @questoeilmassimo, foto in esposizione nella mostra Una vita in Italia

Veniamo alla tua prossima avventura. Sabato 9 settembre al Vesper di Milano racconterai il nostro Paese portando in mostra per la prima volta e per un solo giorno 40 tuoi scatti realizzati tra il 2020 e il 2023…
Questa temporary exhibition risponde a una triplice esigenza: rendere tributo ad amici, follower e appassionati di fotografia, salutare tutti prima della mia partenza per Parigi e suggellare con un evento memorabile una nuova fase della mia vita alla soglia dei 40 anni. Tra l’altro, la mostra sarà accompagnata da un catalogo che si può già preordinare online e le opere si potranno comprare. E ci sarà anche un rinfresco nel segno del made in Italy per tutti gli ospiti realizzato con il contributo delle aziende Consorzio del Prosciutto di San Daniele, Silvio Carta e Val d’Oca. Rispettivamente, sponsor tecnici con il Prosciutto di San Daniele; il Vermouth Silvio Carta, Bitter Roma, Pigskin Gin e Old Grifu Gin e il Valdobbiadene Prosecco Superiore Millesimato DOCG Extra Dry.

Instagram: @questoeilmassimo
Facebook: @questoeilmassimo
Sito web: questoeilmassimo.com

UNA VITA IN ITALIA
DOVE, COME E QUANDO
Sabato 9 settembre
Vesper, Via Foro Buonaparte 69
Milano
Orario 12/20
Ingresso libero
Rinfresco a cura delle aziende Consorzio del Prosciutto di San Daniele, Silvio Carta e Val d’Oca

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Nicole Cavazzuti
Nicole Cavazzuti
Mixology Expert è giornalista freelance, docente e consulente per aziende e locali. Ha iniziato la sua carriera con il mensile Bargiornale e, seppur con qualche variazione sul tema, si è sempre occupata di bar, spirits e cocktail. Oggi scrive di mixology e affini su VanityFair.it e Il Messaggero.it. Chiamata spesso come giudice di concorsi di bartending, ha ideato e condotto il primo master di Spirits and Drinks Communication. Da novembre 2019 è la responsabile della sezione bere miscelato del nostro ApeTime Magazine. Per 15 anni è stata la prima firma in ambito mixology del mensile Mixer, organo di stampa della FIPE, per il quale ha ideato diverse rubriche, tra cui il tg dell'ospitalità (Weekly Tv) e History Cocktail, ancora attive e oggi in mano agli ex colleghi di redazione.

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