La Glenmorangie Distillery nasce nel 1843 quando un ex-birrificio fu convertito in distilleria da William Matheson.
Oggi vanta una lunga tradizione e si distingue per l’eccelsa qualità dei suoi spiriti.
Nel 1880, quando lo scrittore Alfred Barnard (che era anche un produttore di birra) la visitò, la descrisse così: “la più antica e primitiva distilleria che io abbia mai visto” nonostante gli edifici che la ospitavano, a quel tempo, fossero in rovina.
John Matheson (figlio di William) riusci, grazie anche all’aiuto di alcuni investitori esterni, a ristrutturare gli stabili e a fondare la Glenmorangie Distillery Company. La nuova società raddoppiò la produzione riuscendo a coprire le richieste interne ed anche quelle che arrivavano dall’estero (qualche botte fu venduta a Roma e a San Francisco). Con la ristrutturazione, furono installati anche degli alambicchi supplementari a collo di cigno, alti più di 5 metri, che sono tuttora impiegati.
Durante la prima guerra mondiale, la distilleria fermò la propria attività e venne usata dall’esercito britannico. La compagnia dei Sutherland Highlanders (un reparto di fanteria) infatti alloggiò presso i locali dell’azienda per tutta la durata del conflitto: i granai erano ideali per essere utilizzati come caserma offrendo ampi spazi e disponendo di abbondanti rifornimenti d’acqua.
Finita la guerra, nel 1918, la Glenmorangie fu acquistata dall’azienda di blender Macdonald & Muir e la produzione venne portata a 500mila litri all’anno (la maggior parte destinata ai blend Martin’s e Highland Queen). La distilleria, in quel periodo, fu molto attiva sul mercato statunitense: questo fino agli anni settanta quando gli americani iniziarono a preferire la vodka ai blended whisky.
Attualmente conta un personale formato da 16 dipendenti dato che ancora oggi viene mantenuto questo numero in onore di una tradizione vecchia di 150 anni secondo la quale la Glenmorangie è anche conosciuta come la “distilleria dei 16 uomini”: per rispettarla, e al tempo stesso riuscire a soddisfare le odierne richieste del mercato, l’azienda si appoggia ad alcuni produttori esterni.
È inoltre rinomata per operare un’ accurata selezione delle materie prime, tutte di altissima qualità, reperite in tutto il mondo per offrire un’ampia gamma di aromi e profumi, e per la grande attenzione agli standard di maturazione dei suoi whisky: solo per un terzo del distillato viene portato a termine il processo di lavorazione.
La Glenmorangie è stata una delle prime distillerie ad utilizzare serpentine a vapore nei propri alambicchi (i più alti di Scozia) che consentono di ottimizzare la separazione dell’alcol dalle scorie: il sistema evita inoltre di riscaldare eccessivamente il distillato in modo tale da non comprometterne la qualità.
Per la fase finale della maturazione degli spiriti, vengono utilizzate delle botti speciali che in precedenza contenevano vino: ‘Nectar d’Or’ (Sauternes), ‘La Santa’ (Sherry), ‘Finealta’ (ancora Sherry), ‘Sonnalta’ PX (Pedro Ximenez), ‘Artein’ (Super Tuscan) e ‘Quinta Ruban’ (Porto).
Una delle particolarità della distilleria, è il luogo in cui è ubicata: la baia di Dornoch caratterizzata da un microclima quasi mediterraneo che conferisce ai distillati un carattere morbido e delicato nonostante l’utilizzo di un’acqua ricca di calcio e magnesio proveniente dalle vicine sorgenti Tarlogie dove scorre costante a 4° e viene campionata e controllata almeno due volte la settimana.
Fra i numerosi whisky prodotti, troviamo quello invecchiato 18 anni che ha vinto la medaglia d’oro come ‘Best Highland Single Malt 2016’ ai World Whiskies Awards. Con una gradazione alcolica del 43%, si presenta di colore giallo dorato brillante. In fase di degustazione spiccano profumi floreali, aromi di agrumi, note di vaniglia, spezie dolci, albicocche disidratate, datteri e frutta secca. Un profilo aromatico che sorprende poiché, pur arrivando dalle fredde Highlands scozzesi, questo e gli altri single malts della Glenmorangie, mettono in risalto profumi tipici del Mediterraneo.