Il dado è tratto, è partita la vendemmia 2021: sono 607 le varietà di viti censite. Ecco tutti i dati comunicati dalla Coldiretti.
I primi grappoli sono stati raccolti il 2 agosto, ovviamente al sud in Sicilia, nel comune di Monreale, tra Alcamo e Camporeale, ed erano di uve Chardonnay, lo comunica la Coldiretti in una nota. Siamo in anticipo di 7 giorni rispetto all’anno scorso al sud, mentre al nord si stima che vi sarà un ritardo di circa 10 giorni a causa dell’andamento stagionale diverso, che ha visto il nord spesso sotto cieli nuvolosi e temporali, mentre il sud soggetto a continue ondate di caldo.
Il quantitativo di uva prodotta sembra possa essere lievemente inferiore a quello dell’anno, scorso circa un 10% in meno, variazioni sempre messe in relazione alle anomalie climatiche pesanti dell’annata. La qualità dei frutti dovrebbe però essere molto buona, ma per quello finché l’uva non è stata raccolta bisogna usare cautela. Sempre secondo la nota della Colidiretti l’Italia resta comunque il primo produttore mondiale di vino e coltivatore d’uva.
607 le varietà di viti censite, il 70% a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt).
La vendemmia segna anche una grande opportunità lavorativa in questo periodo difficile, impiegando direttamente o indirettamente fino a 1,3 milioni di persone in un settore in cui sempre più si evidenzia un ricambio generazionale che, con l’ingresso dei giovani, sta vedendo nuove e più efficaci politiche di marketing e di utilizzo dei social che portano a un diverso e più diretto rapporto con i consumatori e tante idee innovative sul tema dell’enoturismo.
Segnali positivi anche dagli indici di esportazione nei paesi europei: in Francia si sale del 12% in Russia del 30 e in Germania del 4; brutte notizie invece la Gran Bretagna condizionata dalla Brexit in particolare, e con le grane doganali che hanno causato un calo del 12%.
“L’Italia può ripartire dai punti di forza con l’agroalimentare che ha dimostrato resilienza di fronte la crisi e può svolgere un ruolo di traino per l’intera economia”, ha dichiarato il presidente Coldiretti, Ettore Prandini, sottolineando che “per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia made in Italy serve anche agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture.”