L’ultima festa del periodo natalizio, quella della Befana, forse la meno attesa proprio perché quella che porta via e chiude il periodo di riposo invernale.
L’Epifania conserva comunque varie tradizioni anche culinarie e gastronomiche molto sentite soprattutto per quanto riguarda la realizzazione di dolci.
In un piccolo viaggio gastronomico sulle tavole d’Italia il giorno della Befana, iniziando dall’Abruzzo troviamo per esempio i <pepatelli> biscotti simili ai cantucci che si realizzano in particolare nella provincia di Teramo, ma anche nel vicino Molise; parecchio curiosa nel loro impasto la presenza del pepe nero (da cui ovviamente il loro nome) accompagnato da miele e buccia d’arancia.
Ad Ancona è tradizione preparare le pecorelle, dolcetti di pasta sfoglia farciti con marmellata e frutta secca.
Scendendo verso sud, in Campania si mangia la pastiera e gli struffoli, palline di pasta frolla immerse nel miele; in Puglia ed in particolare in Salento ci sono diverse tradizioni che rinnovano la preparazione di vari dolcetti composti principalmente di pasta frolla fritta arricchita poi con mosto cotto, marmellata di fichi o miele caldo e sono poi spesso ricoperti di piccole praline e confettini colorati.
Al nord, in Veneto si fa la Pinsa una specie di pizza di polenta arricchita con la frutta secca, mentre in Liguria gli anicini (biscottini che vengono poi mangiati col vino dolce) e la ciambella dei Re magi.
Nella zona del cuneese regna <la fugassa d’la befana> che nell’impasto contiene anche un paio di sorprese (due fave, e chi le trova paga pegno) per unire il piacere del mangiare al divertimento del gioco; in Toscana si preparano i cavallucci di Siena (biscotti morbidi con acqua, zucchero, miele, canditi e noci) che con la loro forma ricordano l’arrivo dei Re magi.
Dunque una Befana molto dolce in tutta Italia, ma sono tante anche le tradizioni legati al pranzo e alla cena, tra le altre, in alcune zone della Liguria è il giorno in cui va in tavola il cappon magro mentre a Napoli il brodo di polpo.