Aperitivo, è allarme per la salute. No, non stiamo parlando del consumo eccessivo di alcol (è risaputo che, quando si beve, si debba farlo responsabilmente), bensì delle cannucce.
Come noto, dal 2022 l’Unione europea ha messo al bando le “vecchie” e inquinanti cannucce di plastica. Bene, si dirà: un punto a favore dell’ambiente. Peccato però che quelle che le hanno sostituite siano ancora più dannose per i consumatori.
In base ai risultati di uno studio del dipartimento di Biologia dell’Università di Anversa, in Belgio, in 9 casi su 10 i nuovi materiali utilizzati per le cannucce “ecosostenibili” contengono infatti Pfas, sigla che identifica le pellicole resistenti ad acqua, grassi, agenti chimici e calore. La cui contaminazione è ritenuta responsabile di intossicazioni, dell’aumento delle probabilità di sviluppare tumori nonché, nelle donne incinte, di pericoli per lo sviluppo dell’embrione e del feto.
Insomma, dei veri e propri veleni. Che la ricerca dell’ateneo belga ha rintracciato nel 90% delle cannucce di carta e nell’80% di quelle in bambù. Concentrazioni superiori a quella (75%) accertata nelle cannucce di plastica. Va decisamente meglio per quelle in vetro, che comunque non sono del tutto immuni dal problema, visto che presentano Pfas nel 40% dei casi.
Dunque l’eliminazione delle cannucce di plastica sarà senz’altro positiva per l’ecosistema, tuttavia rischia di mettere maggiormente a rischio la salute di chi utilizza quelle “alternative” oggi comunemente utilizzate nei cocktail. Le migliori, per molti aspetti (Pfas compresi) restano quelle in metallo, eleganti e riutilizzabili all’infinito, anche se devono essere lavate dopo ogni utilizzo.
Se, invece, vi vedete servire un cocktail con una cannuccia di carta o di bambù, il consiglio è uno solo: buttatela. Dopotutto, il drink si gusta molto di più sorseggiandolo direttamente dal bicchiere…
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