Il Covid ha colpito durissimo il settore Horeca, con gravi perdite di fatturato, riduzioni di orari di lavoro e chiusura definitiva di molti locali; a qualcuno però questo periodo buio ha dato la spinta per avviare nuovi progetti nel settore cambiando totalmente vita.
È il caso di Sabrina Fadda che ha recentemente rilevato la gestione di un bar ristorante collegato a un Parco naturale in provincia di Parma.
“Sono nel settore da vent’anni – dice Sabrina – ho avuto per 15 anni un mio bar in centro a Parma, in origine era una cioccolateria e pian piano l’abbiamo trasformato anche in un locale di eventi e musica. Poi abbiamo chiuso perché gli affitti in città erano diventati insostenibili, ho lavorato per 5 anni in un altro bar da dipendente, ma col periodo Covid è scattato qualcosa in me e mio marito, Luca Sani. Ci siamo detti che volevamo cambiare vita, lavorare sì, ma con dei ritmi meno elevati e al termine del lavoro essere in un ambiente naturale”. E come spesso avviene poi in queste situazioni, la casualità ha aiutato questo desiderio, e portato Sabrina e suo marito ad accelerare i tempi di questa scelta.
“L’anno scorso avevamo individuato una casa in Appennino che ci piaceva e che ora stiamo infatti acquistando – prosegue Sabrina – e gironzolando nei dintorni abbiamo scoperto che si cercava un gestore per questo bar ristorante del Parco del Monte Fuso, un luogo che secondo noi ha tante potenzialità. E così, dopo aver parlato con la Cooperativa che gestisce il parco, ci siamo piaciuti e ci siamo lanciati nell’avventura giusto due settimane fa”.
Sabrina gestirà la struttura in prima persona, mentre il marito continuerà il suo lavoro come rappresentante per un’azienda farmaceutica, aiutandola nei fine settimana. L’idea dei ragazzi è quella di rilanciare il posto dandogli una connotazione da Rifugio, più che da Bar Ristorante, quindi garantire sempre accoglienza, dare informazioni sul parco e sul territorio, ma anche proporre tante iniziative legate al benessere, alla nutrizione, allo yoga, fare esposizioni di foto, creare insomma un po’ di arte e cultura approfittando delle tante conoscenze accumulate in 20 anni di gestione di bar in città.
“Anche dal punto di vista del ristorante abbiamo tante idee – conclude Sabrina – contiamo di proporre principalmente la cucina del territorio, ma pensiamo di fare anche delle serate a tema e per le cose più particolari collaboreremo con un laboratorio gastronomico della città. E poi avremo un occhio attento a chi frequenta il Parco: stiamo pensando a un piatto del ciclista (sono tanti gli appassionati di Mtb che gironzolano nel week end e nelle sere d’estate) e faremo la torta fritta dalle 17. Quello che cerchiamo è semplicemente di poter vivere e lavorare in un posto tranquillo, e crediamo di aver trovato il posto giusto”.