Daniele Antinoro, socio fondatore e consigliere di ABS Professional, e Bar Manager dell’Hotel Capo Nord sull’isola di Albarella.
Il suo percorso professionale inizia alla fine degli anni ’90, in un settore che lo ha sempre affascinato, quello del bartending, soprattutto nel vedere l’eleganza e la maestosità con sui si muove la figura del “Barman”.
Con il passare degli anni, amando sempre più il suo lavoro, Daniele ha avuto la fortuna di conoscere uno dei grandi barman della vecchia guardia, Vito Napoli (socio AIBES), che per lui è stato un grande insegnante ma soprattutto un maestro di umiltà.
Grazie a lui ha avuto l’opportunità di far parte e inserirsi in questo mondo meraviglioso, dove ora non ne può più farne a meno, e con il trascorrere degli anni ha conosciuto anche altri grandi professionisti e grandi maestri, che hanno contribuito ad indicargli il giusto percorso da intraprendere.
Tra i vari luoghi in cui Daniele ha esercitato la sua professione di barman troviamo: Oasi Bar di Palermo, Hotel Porta Felice (PA), Hotel Croce del sud di Rimini, Circolo Lauria Mondello (PA), Ritrovo Remigio di Vulcano (ME), oltre ad avere fatto il Barman per gli eventi Dolce e Gabbana.
Sicuramente nel percorso della tua carriera tante le soddisfazioni e tante le amarezze, ci puoi raccontare qual’è stata l’esperienza più bella e quale la più brutta?
Inizio con il ringraziare la redazione di ApeTime per avermi dato la possibilità di questa intervista. Nella mia carriera professionale ci sono state le soddisfazioni ma anche le amarezze, che in questo settore non mancano mai. Le amarezze, sono quelle che ti fanno crescere e maturare sempre di più e amare ciò che si fa. E sono loro che col passare del tempo ti rendono un grande professionista.
Per me, le esperienze sia belle che brutte, sono solo una metafore che ci poniamo noi.
Alle volte positive altre negative, però posso dire di essere fortunato aver incontrato il mio grande maestro “VITO NAPOLI” colui che ha fatto sì che io amassi l’arte del barman.
Prima di raggiungere il ruolo che ricopri presso l’incantevole isola di Albarella, precisamente all’ hotel Capo Nord, hai solcato tante pedane e fatta tanta gavetta, ma sicuramente hai lavorato accanto a grandi professionisti, che sicuramente ti hanno lasciato un tatuaggio professionale, vuoi raccontarci chi sono stati i tuoi maestri oltre al già citato Vito Napoli, e se ti va di racccontaci chi più di tutti ti ha lasciato qualcosa e perche’?
S,i come tanti, anche io ho fatto la mia gavetta e ne sono fiero e orgoglioso. Sono stato circondato da grandi barman e professionisti, da cui ho cercato di clonare il loro operato, in primis la tantà umiltà che mi hanno trasmesso.
Mi fa piacere citarne qualcuno: il maestro Domenico Zora (alias “U ZU MIMIDDU”), Tony Pergola, Francesco Tulumello, Angelo Campora e tanti altri, per me hanno e continuano sempre ad avere un ruolo importante nel mio corso lavorativo e di vita. E’ grazie a loro che posso dire di essere fiero di me stesso e di ciò che ho appreso da loro grandi maestri.
Ci tengo a sottolineare che ancora oggi faccio tanta gavetta, perché non si finisce mai di imparare, diceva Oscar Wilde: “GUARDA LONTANO E QUANDO PENSI DI ESSERE ARRIVATO GUARDA SEMPRE PIU’ LONTANO”.
Oggi tanti si improvvisano professionisti. In base alla tua esperienza cosa consiglieresti a chi vuole intraprendere la professiona di barman?
Penso che la base per essere un professionista, sia l’umiltà e avere rispetto per chi svolge questa professione già da tanti anni perché non bisogna mai sentirsi superiore a nessuno, bisogna apprezzare sempre tutti, specialmente i giovani che intraprendono questa professione.
Ai giovani posso dire che la base di questa arte è la passione, la volontà e crederci sempre. L’importante è fare sempre formazione anche se si sono già conclusi gli studi liceali e non solo.
Purtroppo andando avanti negli anni, tutto cambia, specialmente il mondo della mixology, quindi bisogna essere sempre al passo con le varie mode e tendenze. Per Questo motivo bisogna sempre fare formazione e studiare per non essere mai indietro.
Sappiamo che la tua bevanda preferita è il Rum, ma la curiosità ci porta a chiederti anche qual è il cocktail che ti rappresenta?
Bella domanda, vero il rum lo preferisco, ma solo dopo una buona cena abbinato a un buon sigaro e dell’ottimo cioccolato di Modica, o magari con un cocktail abbinato a un piatto con leggeri sentori di affumicato.
Io mi rispecchio molto, in due cocktail:
- IL NEGRONI, dal suo colore rubino, dalla sua eleganza e dalla sua eterna nobiltà;
- IL MARGARITA, invece perché è un cocktail allegro, solare, festoso come lo sono io.
La ricettadi Daniele Antinoro per i lettori di ApeTime si chiama “Kong Father”
Ingredienti:
- 30 ml Rum Dictator 20 age
- 10 ml Amaretto di Saronno
- 20 ml Caffè Espresso
- 10 ml Zucchero di canna liquido
Shakerare il tutto e servire in una coppetta vintage decorando con un biscotto aromatizzato al rum, mandorle e colata di miele.
Questo cocktail va servito abbinandogli un Suppli alla bisque, con cuore di stracciatella e mandorle.