HomeCronacaDisdetta della prenotazione all'ultimo (se va bene): due possibili soluzioni

Disdetta della prenotazione all’ultimo (se va bene): due possibili soluzioni

Non c’è dubbio: la disdetta della prenotazione all’ultimo minuto (quando ti avvisano…) in questi mesi è diventata tanto frequente da rappresentare un problema per ristoranti e restaurant cocktail bar. “Già gli incassi da tre anni sono compromessi a causa della capienza limitata imposta per contenere i contagi. Ora poi abbiamo un altro ostacolo. Sempre più persone prenotano, ma ahimè molte non si presentano. Tra l’altro, spesso senza nemmeno telefonare”, racconta -per esempio- la titolare del Mint Garden Cafè di Milano

Contro la disdetta della prenotazione all’ultimo minuto ci sono due strade percorribili. Non facili. Ma nemmeno impossibili.

disdetta

● Black List
Potreste scambiarvi le informazioni sui cattivi clienti (ovvero, quelli dalla disdetta facile o che neppure avvertono) e creare una Black List condivisa, magari su un foglio Excel. Idealmente sarebbe molto semplice, di fatto meno. Non tutti hanno dimestichezza con pc e smartphone, per cominciare. E poi, ci sono troppe gelosie e tensioni tra i professionisti perché sia probabile abbia successo un’operazione simile.
● Prenotazione solo con caparra 
Un’alternativa è la richiesta di un acconto obbligatorio al momento della prenotazione. In caso, stabilite una cifra coerente con l’offerta e il target di riferimento. Pensateci: chi desidera cenare da voi davvero, prenota, per sicurezza. E, al limite, vi avvisa per tempo se un imprevisto gli impedisse di venire senza perdere l’acconto. Voi, vi proteggereste. Al limite, perdereste dei “cattivi clienti”. Vi mancherebbero?
NB. Abbiamo chiesto al nostro commercialista, non ci sono impedimenti legali in merito. Potreste usare sistemi di pagamento come PayPal, per esempio. Va da sé che la caparra dovrebbe essere accreditata sul conto del vostro locale e che dovreste essere tecnologicamente attrezzati.
Nicole Cavazzuti
Mixology Expert è giornalista freelance, docente e consulente per aziende e locali. Ha iniziato la sua carriera con il mensile Bargiornale e, seppur con qualche variazione sul tema, si è sempre occupata di bar, spirits e cocktail. Oggi scrive di mixology e affini su VanityFair.it e Il Messaggero.it. Chiamata spesso come giudice di concorsi di bartending, ha ideato e condotto il primo master di Spirits and Drinks Communication. Da novembre 2019 è la responsabile della sezione bere miscelato del nostro ApeTime Magazine. Per 15 anni è stata la prima firma in ambito mixology del mensile Mixer, organo di stampa della FIPE, per il quale ha ideato diverse rubriche, tra cui il tg dell'ospitalità (Weekly Tv) e History Cocktail, ancora attive e oggi in mano agli ex colleghi di redazione.

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