L’ultima volta vi abbiamo parlato del Brasile, oggi invece andiamo in Bulgaria. I più antichi produttori brassicoli d’Europa.
Nel Paese vengono prodotti diversi dei marchi più conosciuti a livello mondiale fra cui Heineken e Carlsberg. Ma non mancano i produttori locali, tra qui uno dei più famosi è il Kamenitza, vincitore di diversi riconoscimenti internazionali.
Dopo la doppia tappa in Sud America con la visita all’eclettica filiera brassicola brasiliana, il tour torna nel Vecchio Continente, per la precisione nella penisola balcanica. In quest’area, nella quale si trovano Paesi come la Turchia che dal punto di vista della produzione birraria hanno poco da offrire, fa eccezione la Bulgaria: qui infatti, nel corso degli ultimi tre secoli, sono stati aperti numerosi birrifici di tutte le dimensioni.
Alla base di quella che è un’autentica passione per questa bevanda, secondo gli studiosi, vi è anche un fatto storico: la popolazione che ha abitato in questa terra nell’antichità (fino al I secolo d.c.), ovvero quella dei Traci, era solita consumare una bevanda a base di frumento che poteva essere paragonata a quella prodotta nell’Antico Egitto che viene considerata l’antenata della bevanda che conosciamo noi.
Questo è il motivo per cui i bulgari, orgogliosamente, si autoproclamano i più antichi produttori brassicoli d’Europa. Unitamente a questo aspetto legato all’antichità, va considerato il fatto che nel corso dell’800 questa terra, situata in posizione strategica, e per questo all’epoca al centro degli scontri fra l’Impero russo e quello Ottomano, è stata interessata dall’arrivo di numerosi migranti provenienti da diversi paesi europei: fra questi svizzeri e tedeschi che hanno portato anche qui la loro secolare cultura birraria.
Molti di questi infatti, fin dal loro arrivo, hanno deciso d’investire anche nella costruzione di birrifici: non deve stupire quindi il fatto che oggi la filiera della birra sia uno dei più importanti settori dell’economia bulgara. Nel Paese infatti vengono prodotti diversi dei marchi più conosciuti a livello mondiale fra cui Heineken e Carlsberg che negli anni, nei loro birrifici locali, hanno investito oltre 250 milioni di euro per l’ammodernamento di strutture e macchinari nonché per lo sviluppo del marketing.
IL BIRRIFICIO KAMENITZA
Ai colossi del settore, si affiancano produttori locali di varie dimensioni: uno dei più famosi è il Kamenitza situato nella città di Plovdiv, la seconda per popolazione della Bulgaria dopo la capitale Sofia. Fondato nel 1881 da tre imprenditori svizzeri, prende il nome dall’omonima collina sul quale sorge e che, secondo le statistiche, è arrivato a detenere il 18% delle quote del mercato interno.
Particolarità dei fondatori di questo birrificio è il fatto che, fin da subito, nonostante i locali apprezzassero maggiormente le lager, decisero di proporre delle birre scure, simili alle stout e alle porter di matrice britannica. Una scelta che si rivelò azzeccata: il Kamenitza infatti, fra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, ricevette diversi riconoscimenti internazionali.
Oggi l’azienda offre sette tipologie di birre fra le quali una lager scura prodotta secondo i canoni di uno dei numerosi stili brassicoli tedeschi. Con una gradazione alcolica del 6%, presenta aromi intensi di mais e grano con sentori di caramello. Con una schiuma persistente, è caratterizzata da un buon bilanciamento fra le note amare del luppolo e quelle dolci del malto.
Un’altra referenza della casa, molto apprezzata dagli amanti di questa tipologia di birra, è la pilsner che ricalca quelle prodotte in Repubblica Ceca. Presenta una schiuma densa e abbondante con aromi di mais, fieno e floreali. Sono presenti note di caramello e di pane tostato e come nella lager scura, anche in questo prodotto, con una gradazione alcolica del 4,8%, le note dolci e amare sono ben bilanciate.
IL BIRRIFICIO BLECK
In precedenza abbiamo sottolineato come in Bulgaria sia presente un numero sempre maggiore di microbirrifici ubicati su tutto il territorio. Uno di questi è il Bleck (volutamente scritto come si pronuncia la parola inglese Black( ovvero nero) pine (‘pino’) di Sofia.
Un nome non casuale dato che produce una birra scura come la classica stout inglese e che questa, altrettanto non casualmente, si chiama Black bird, ovvero uccello nero. Ne vengono prodotti circa 57 litri al giorno, come riportano i proprietari sui loro canali social, e la ricetta prevede l’utilizzo di malti importati dagli Stati Uniti: si caratterizza per la presenza di note intense di cacao e di caffè.
Come visto quindi, anche in Bulgaria vengono confermati quelli che sono i trend a livello mondiale per quanto riguarda la sempre più capillare diffusione della birra. Da un lato troviamo infatti un’importante presenza di colossi del settore, dall’altro numerosi medio-piccoli birrifici che si fanno promotori della cosiddetta ‘craft beer revolution’, ovvero quel movimento che porta i produttori locali a creare birre che siano uniche e sempre di qualità, frutto delle innumerevoli culture birrarie del Pianeta, da quelle classiche a quelle emergenti.