HomeBirraGiro del mondo in birra: Spagna, origini millenarie

Giro del mondo in birra: Spagna, origini millenarie

La scorsa settimana il viaggio alla scoperta di tutti i prodotti brassicoli del mondo era in Slovenia. Questa settimana invece il tour si trasferisce in Spagna dove la bevanda ha origini millenarie: era infatti consumata a Soria, piccolo centro oggi situato nella comunità autonoma di Castiglia e León, già 4400 anni fa circa.

Senza dubbio, il Paese, anche per questo bagaglio storico e culturale, uno dei più importanti di tutto il continente, riveste un ruolo di grande importanza nel settore: si tratta infatti del quarto produttore europeo della bevanda, preceduto solo da Germania, Gran Bretagna e Polonia, davanti a culle dell’arte brassicola quali Belgio e Repubblica Ceca (per quanto riguarda le ultime due, ovviamente, incide il dato relativo alla popolazione).

Ruolo centrale che la Spagna detiene anche per quanto riguarda i consumi: come riporta il ‘World beer index’, con 417 litri pro capite all’anno, occupa la seconda posizione della graduatoria, alle spalle solo della Repubblica Ceca (468). Un dato sul quale influisce il grande afflusso di turisti durante tutto l’anno verso mete gettonatissime come Barcellona, Madrid, Siviglia, Ibiza, Formentera e molte altre.

Un Paese molto attivo, specie negli ultimi anni, per quanto riguarda il panorama birrario: questo grazie all’impulso dato dal recente avvio del movimento artigianale (si parla di un cammino iniziato, in maniera strutturata, dopo il 2000), che ha portato il settore spagnolo a registrare, attualmente, qualcosa come 650 marchi e il contatore è in costante ascesa.

Peraltro, secondo gli esperti del settore, si tratta di un quadro ancora disomogeneo per quanto riguarda la qualità media del prodotto, che è ancora alla ricerca di una propria identità e deve consolidare  quei “fondamentali”  quali uno standard procedurale stabile, una ferma conoscenza dei principali stili di riferimento, ma anche degli ingredienti utilizzati e della loro resa sensoriale.

Uno scenario che ricorda da vicino, pur non essendone fotocopia, quello del nostro Paese nel corso del primo decennio dopo la nascita dei primi birrifici artigianali, a metà degli anni novanta: un movimento che cercava di uniformare il profilo aromatico e sensoriale delle proprie lavorazioni.

Dal punto di vista delle tipologie, in Spagna, non essendoci un robusto retroterra storico al quale rifarsi (altra similitudine con l’Italia), si è di fronte a quella che non è eccessivo definire una “colonizzazione” da parte dei generi d’ispirazione statunitense, con Apa e Ipa (in tutte le sottospecie: White, Black e Session) a fare da apripista per tutte le birre d’ispirazione americana.

Un posto speciale nelle preferenze degli spagnoli lo hanno però le categorie brassicole ad alta gradazione, intese trasversalmente a tutte le rispettive appartenenze stilistiche: così, a furoreggiare nelle classifiche di gradimento, sono spesso le britanniche imperial Stout, Robust Porter o Barley wine. Per quanto riguarda le ultime tre, sempre più frequentemente vengono fermentate in botti che sono prese in prestito dal settore vitivinicolo.

Tra i marchi artigianali più attivi e conosciuti, da citare, solo a titolo d’esempio, troviamo: Naparbier (Noain), Guineu (Valls de Torrella), Dougall’s (Liérganes), Edge (Barcellona), La Quince (progetto di birrificazione itinerante) e Companyia Cervesera del Montseny (Sant Miquel de Balenyà).

birra Guineu

Come sottolineato in precedenza, per molto tempo, la birra localmente prodotta è stata considerata mediocre, ma il fenomeno ‘craft beer revolution’ ha fatto crescere in maniera considerevole l’appeal delle birre spagnole: questo  grazie al turismo, alla crescente diffusione delle birre d’importazione, a particolari e favorevoli condizioni climatiche e ad un importante sviluppo economico.

L’attuale grande interesse verso la birra in tutte le sue declinazioni stilistiche, ha dato origine alla nascita di numerosi birrifici artigianali: la Spagna è il paese europeo che, nell’ultimo decennio, ha censito l’incremento maggiore riguardo all’apertura di nuovi birrifici, situati principalmente in Catalogna, dove Barcellona è l’esempio più rappresentativo di questa tendenza spagnola.

Sembra quindi che sia scoccata l’ora della Spagna, dove la cultura della bevanda artigianale vive un momento di grande fermento e la ricerca è orientata all’esaltazione di profumi e sapori del Mediterraneo, in un’ottica di riscoperta di antiche tradizioni e all’insegna della qualità.

La combinazione tra birra artigianale, tradizione e cultura del territorio ha infatti consegnato al Paese iberico il ruolo di assoluto protagonista nel campo della craft beer: una posizione che sembra destinata a diventare sempre più importante nei prossimi anni, come sta avvenendo per l’offerta brassicola artigianale italiana.

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Nicola Prati
Nicola Prati
Classe 1981. Subito dopo la maturità classica, inizia a collaborare con la ‘Gazzetta di Parma’ (2000): una collaborazione giornalistica che durerà otto anni. Contemporaneamente, dal 2005 al 2008, fa parte dell’ufficio stampa del Gran Rugby Parma. Successivamente, fra le altre esperienze lavorative, quella nell’ufficio comunicazione interna di Cariparma Credit Agricole e nella direzione relazioni esterne del gruppo Barilla. Le sue due più grandi passioni sono tutti gli sport e la musica. A queste, si aggiungono la lettura, i viaggi e la cucina. Collabora con ApeTime da gennaio 2021.

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