La scorsa settimana il viaggio alla scoperta delle birre realizzate in tutto il mondo era in Spagna. Oggi il tour fa tappa in Sri Lanka, il piccolo Stato insulare situato a sud dell’India dove esistono tre birrifici industriali (Lions brewery, Millers brewery e Asia Pacific brewery Lanka) ed una birra tradizionale a base di riso.
Non sono invece ancora presenti le moderne produzioni artigianali: questo, con ogni probabilità, lo si deve al fatto che, per motivi religiosi e culturali, i consumi pro capite sono contenuti, come avviene anche in altri Paesi dell’Asia come l’India e la Malesia.
Per quanto riguarda la bevanda nella concezione moderna, qui è stata introdotta dagli inglesi che hanno colonizzato questa isola a partire dal 1802 e fino all’indipendenza ottenuta nel 1948: nel 1972, invece, ha cambiato il proprio nome da Ceylon a quello attuale.
Fin dai primi anni dell’occupazione, i coloni britannici, dato che non esisteva alcun prodotto brassicolo che soddisfacesse i loro gusti, iniziarono a farsi inviare via nave le birre prodotte in Inghilterra: queste però, a causa della lunghezza del viaggio (6 mesi), arrivavano qualitativamente deperite ed imbevibili.
La soluzione al problema sarebbe arrivata quando il mastro birraio londinese Hodgson avrebbe scoperto che alcune birre pale ale già in commercio si adattavano particolarmente bene ai lunghi viaggi via mare: si trattava di quelle caratterizzate da una maggiore luppolatura e da un’elevata presenza di alcol. Il primo infatti è un potente conservante mentre il secondo preserva le birre nel tempo e questo le faceva arrivare in buono stato nella colonia singalese.
Queste caratteristiche, ed il fatto che venne avviata una produzione destinata a questo tipo di trasporto, fece nascere il nome di India Pale Ale o IPA: uno stile birrario pensato proprio per quei territori e che avrebbe costituito una delle basi di partenza della produzione dei tre birrifici aperti dagli inglesi in Sri Lanka nel corso dell’800 e del ‘900 e che ancora oggi sono gli unici protagonisti del panorama birrario locale.
Il primo birrificio locale, il Lion brewery, fondato nel 1849 dall’esploratore britannico Samuel Baker, è infatti leader del mercato interno con l’82% delle quote ed esporta i propri prodotti in diversi Paesi del mondo, fra i quali vi sono Stati Uniti, Canada, Giappone e Regno Unito.
Come riportato dal portale ‘Rate beer’, il prodotto della casa maggiormente apprezzato è la stout con una gradazione dell’8,8%. Come prevede l’iconico stile britannico, si presenta di colore marrone scuro con una densa schiuma beige: l’aroma mette in risalto note di caramello, malto e caffè tostati.
Per quanto riguarda invece la birra tradizionale locale si chiama ‘Sahal biyar’ ed è a base di riso ed a bassa gradazione alcolica. Difficile tracciare la storia di questa bevanda dato che vi sono almeno due gruppi etnici, i singalesi ed i tamil, che se ne attribuiscono l’invenzione: molto probabilmente però le popolazioni che, nel corso dei secoli, hanno abitato questi territori sapevano fermentare i liquidi già nell’ 8000 a.c.
Nella preparazione artigianale, il riso (si utilizza quello ad elevato contenuto di glutine) viene pulito, sciacquandolo più volte con l’acqua: in seguito, viene cotto e distribuito su tappetini realizzati col bamboo, oppure nelle foglie di banano per essere scolato.
A questo punto viene aggiunto l’humao (una botanica) al riso: si tratta di uno starter tradizionale realizzato con farina di riso e corteccia di Albizia (pianta molto diffusa in Asia meridionale) grattugiata che dà inizio alla fermentazione che dura più giorni, a seconda della stagione.
Quando il riso comincia a rilasciare del liquido zuccherino, questo viene preso e trasferito all’interno di coni lignei che vengono sistemati sopra a dei recipienti che dovranno raccogliere tutto il liquido che cola: una volta compiuta la colatura, la birra tradizionale è pronta per essere servita e consumata.
Viene realizzata in occasione di feste religiose, oppure di matrimoni e funerali, per essere bevuta durante i pasti; quando nasce un bambino inoltre il neo padre bagna le labbra del neonato con delle gocce di questa bevanda per tenerlo lontano dalla cattiva sorte.
Una birra tradizionale che, da secoli, fa parte della cultura delle cinque etnie ancora oggi presenti in Sri Lanka, ulteriore dimostrazione di come, in tutto il pianeta, agli antenati dei moderni prodotti brassicoli, sia sempre stato riservato un ruolo centrale nella società di popolazioni fra loro culturalmente molto diverse.