Mercato ortofrutticolo, i numeri promettono male. E ci sono pochi margini di errore. Ma perché? Quali sono le difficoltà alla base? Ecco l’opinione di Michele Ponso, presidente della Federazione Nazionale Frutticoltura di Confagricoltura.
Il mercato ortofrutticolo soffre. Perché?
Con l’estate torrida che stiamo vivendo ci si sarebbe attesi un brusco innalzamento dei consumi di frutta e verdura. Insomma, come di norma accade quando il caldo la fa da padrone. Ma quest’anno, invece, i dati indicano che le vendite della nostra frutta non stanno andando così bene. In altre parole, il settore ortofrutticolo italiano annaspa.
Eppure… eppure il grande caldo (che di certo ha danneggiato alcune colture) non ha impedito comunque una buona produzione anche se con frutti di pezzatura lievemente minore. Quindi? Che accade? Dove nascono le difficoltà?
A incidere è la situazione internazionale che stiamo vivendo. Scenario che purtroppo parrebbe destinato a proseguire.
Sono aumentati tutti i costi di prodizione, come denuncia Michele Ponso, presidente della Federazione nazionale frutticoltura di Confagricoltura. Lui stesso, in una recente intervista, ha infatti spiegato: “L’aumento dell’energia elettrica ha raddoppiato i prezzi per le celle frigorifere portando le bollette a 100 mila euro al mese. Mandare un camion in Germania prima costava 2.500 euro di gasolio, ora 4.000, senza dimenticare le elevate spese per l’irrigazione“. Ponso ha poi spiegato che se i prezzi di vendita fossero riferiti all’anno scorso, il 2022 sarebbe giudicata un’ottima annata, ma gli aumenti esponenziali delle spese hanno ridotto i margini di oltre il 30%.
Sono stati necessari aumenti dei prezzi di vendita di alcuni prodotti, mentre il potere d’acquisto delle famiglie è crollato, da qui le difficoltà e la contrazione del mercato. La frutta e la verdura son una voce importante dell’economia agricola italiana (nella quale incidono per il 25% circa), e una vice importante anche per l’export agroalimentare.
L’auspicio di molti è che nella difficoltà, gli italiani continuino a mantenere un occhio di riguardo verso il prodotto nazionale, peraltro di qualità”.