Saper shakerare e avere bene in mente le ricette dei principali cocktail classici fa parte del “corredo minimo” di ogni bartender con una certa preparazione. Ma…
Ma negli ultimi anni, da quando le chiusure per il Covid hanno allontanato dal settore molti professionisti e hanno scoraggiato tanti giovani, i locali hanno notevoli difficoltà a trovare personale specializzato al banco e in sala. Come rimediare, allora?
Un paio di piccoli trucchi, per far fronte all'”emergenza barman” e se non si ha la pretesa di presentarsi come un cocktail bar di alta miscelazione, possono essere “copiati” ad esempio dallo Chalet L’Ancora, bar dell’omonimo stabilimento balneare di Porto Potenza Picena (MC).
L’offerta prevede tra l’altro alcuni noti cocktail classici (Negroni, Americano, Daiquiri, Margarita, Mojito…), mentre al bancone si alternano diversi ragazzi stagionali, alcuni dei quali privi di una particolare formazione specfica. Per uniformare il servizio, ecco quindi l’idea. Anzi due.
La prima, semplice ma efficace, è quella di scrivere chiaramente le ricette dei cocktail in lista in alto dietro il bancone, in modo che il barista di turno possa averla sempre sott’occhio. La seconda: utilizzare un agitatore automatico, al quale affidare il compito di agitare lo shaker al ritmo e per il tempo necessari. E serve anche per preparare il caffè shakerato e altre bevande.
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D’accordo, non sarà affascinante come vedere il barman shakerare “di persona”, però può evitare errori marchiani quando ci si deve affidare a personale generico. Salvando l’aperitivo dei clienti.
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