HomeCronacaDall'assenza di personale ai clienti molesti, la notte perde i bar

Dall’assenza di personale ai clienti molesti, la notte perde i bar

La gente vive la notte meno dei tempi pre-Covid. E molti locali chiudono più presto di quanto potrebbero

Perché diversi bar hanno anticipato l’orario di chiusura di notte? Per più ragioni: sociali, economiche, politiche. Ecco le principali.

notteC’è chi osserva che di notte la clientela dopo un certo orario diventa poco gestibile. In altre parole, che per lo più ora sono giovanissimi alticci in cerca di alcol e non di esperienze di degustazione.
C’è chi ammette di desiderare dopo questi 15 mesi di restrizioni dei ritmi di vita più slow, di volere più tempo libero per se stesso e i propri cari e di aver capito che il lavoro non è tutto nella vita. Di conseguenza, anticipa la chiusura.
C’è chi ha a che fare con un’amministrazione severa, tra gli altri. Per esempio, il sindaco di Trinità d’Agultu -Giampiero Carta- ha prorogato l’ordinanza di coprifuoco da domenica 27 giugno a giovedì 1 luglio. “Una misura del tutto precauzionale, ma doverosa – ha spiegato il primo cittadino”. Sarà. Ma scoraggia. Non si può continuare a vivere con l’incubo del coprifuoco.
E poi c’è chi racconta di non trovare personale di sostegno per la notte e quindi di essere costretto a ridurre l’orario di attività del locale in quanto obbligato a gestire da solo il bancone.

Di questo tema abbiamo già parlato più volte.

E siamo arrivati alla conclusione che un vero cambiamento del sistema potrebbe avvenire se ci fosse una riforma fiscale profonda in grado di tagliare il costo del lavoro e di imporre un sistema di tassazione più equilibrato ma non eludibile.

Il che eventualmente significherebbe penalizzare in maniera più rigorosa gli evasori fiscali.
Nicole Cavazzuti
Mixology Expert è giornalista freelance, docente e consulente per aziende e locali. Ha iniziato la sua carriera con il mensile Bargiornale e, seppur con qualche variazione sul tema, si è sempre occupata di bar, spirits e cocktail. Oggi scrive di mixology e affini su VanityFair.it e Il Messaggero.it. Chiamata spesso come giudice di concorsi di bartending, ha ideato e condotto il primo master di Spirits and Drinks Communication. Da novembre 2019 è la responsabile della sezione bere miscelato del nostro ApeTime Magazine. Per 15 anni è stata la prima firma in ambito mixology del mensile Mixer, organo di stampa della FIPE, per il quale ha ideato diverse rubriche, tra cui il tg dell'ospitalità (Weekly Tv) e History Cocktail, ancora attive e oggi in mano agli ex colleghi di redazione.

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