Piadina romagnola, segreti e storia di una delizia che ci ricorda l’estate, ma che ormai mangiamo tutto l’anno
Torniamo a curiosare tra i prodotti italiani più noti e apprezzati nel mondo, dopo la Nduja, ci occupiamo oggi di un altro mito italiano che, andando un po’ oltre la tradizione, può essere magari proprio d’accompagnamento al salume calabrese; parleremo della mitica Piadina romagnola.
Un prodotto che fa correre veloce la mente all’estate, al mare, alle vacanze, anche se negli ultimi anni, anche per effetto di varie catene che hanno aperto negozi in tutte le città, la piadina è entrata ancor di più nella dieta di tutti noi, stabilmente e non solo d’estate.
Ma quale è il segreto di questo prodotto, nato con gli Etruschi, consacrato da Giovanni Pascoli (che ne ufficializzò il nome) e diventato da anni un prodotto IGP dell’Emilia Romagna?
Vediamo gli ingredienti.
Gli ingredienti sono veramente pochi, come spesso avviene per tutte le cose buone, secondo il disciplinare IGP ci vogliono: farina di grano tenero, acqua, sale e grassi che possono essere strutto o anche olio d’oliva; è ammesso anche qualche agente lievitante naturale, null’altro.
L’impasto deve essere una pasta morbida che viene poi suddivisa in piccoli panetti che un attimo prima della cottura vengono schiacciati fino a esser trasformati in dischi della dimensione e dello spessore voluti (sulla costa romagnola la piadina tradizionale è più sottile, mentre nell’entroterra è più spessa arrivando fino a 6-7 mm) e poi messi su piastra di metallo portata a 200-250°, sulla quale la piadina deve cuocere per 4 minuti complessivi.
Ma l’altra metà della bontà della piadina, si sa, è la sua farcitura che secondo tradizione avviene con erbe cotte tra cui crescione, cicoria e tarassaco bollite e saltate in padella con l’aglio, o altrimenti nella versione più fresca ed estiva (e decisamente andata per la maggiore nel consumo moderno) con insalata fresca, rucola in particolare, pomodorini, e poi i salumi e formaggio fresco.
La farcitura regina, su questo non c’è bisogno di dilungarsi, è certamente quella con crudo, squacquerone e rucola che speriamo di poter tornare presto a mangiare in qualche chioschetto vista mare in Romagna!