Gravi problemi e difficoltà si stanno riscontrando per gli allevamenti di vongole nella sacca di Goro a causa della siccità dovuta al cambiamento climatico, e la situazione rischia di mettere in ginocchio tutto il settore che da lavoro a circa 1700 pescatori, più tutto l’indotto. Il problema è che quest’area di laguna è particolarmente sensibile e si regge su un equilibrio sempre molto delicato tra l’acqua del fiume che scende, e quella del mare che risale creando appunto l’ambiente adatto per la vita dei molluschi.
Ora però a causa della grave siccità e della magra del Po, l’acqua del mare trova campo libero e risale dalla foce rientrando per chilometri nella terra ferma, risalendo corsi d’acqua e canali (ma anche le falde) creando gravi problemi. In queste condizioni si sviluppano grosse fioriture algali, che poi, nel momento della loro decomposizione, rischiano di assorbire enormi quantità di ossigeno dall’acqua provocando la morte per asfissia di tutto l’ecosistema lagunare.
Tra le cause della crisi anche la perdurante calma meteorologica che insieme all’alta pressione favorisce il riscaldamento delle acque e, soprattutto in assenza di qualche tempesta di vento, impedisce il rimescolamento.
C’è dunque grande preoccupazione tra gli addetti ai lavori di Goro, capitale europea e dell’allevamento dei molluschi.
Marika Bugnoli, segretaria della cooperativa di servizi marittimi Cosemar che ha circa 600 soci ha dichiarato: <Stiamo rischiando di perdere tutto, bisogna scavare subito la bocca di accesso alla Sacca in modo da favorire almeno il ricambio naturale dell’acqua e preservare l’ecosistema lagunare>.
Thomas Turolla, vicesindaco di Goro con delega alla pesca, pescatore e consigliere della Copego (580 soci) descrive la situazione attuale come disperata <C’è il rischio di perdere l’investimento di inizio stagione (circa 20 mila euro a testa), oltre al reddito; parliamo di decine di milioni di euro di anni>.
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