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ApeDesign: Paolo Albano, così si organizza lo spazio di un bar

ApeDesign inaugura il ciclo di approfondimenti a cura dell’architetto Paolo Albano dedicati al mondo dei bar.

Se è importante che ogni progetto sia studiato in base alle esigenze del singolo locale e generalizzare è inadeguato, alcuni trend sono chiari. Intanto, fino a pochi anni fa il locale era specchio del suo proprietario o gestore. Oggi sono sempre più espressione di chi li frequenta. Ma andiamo con calma. Ecco l’intervista a Paolo Albano.

Qual è la posizione ideale in cui collocare il bancone?
Iniziamo a sottolineare fin da subito che l’organizzazione dello spazio sarà sempre più rivolta al cliente, che dovremmo cominciare a chiamare “guest”. Di fatto si parla sempre più di experience e bisogna far sì che questa sia vissuta al meglio, secondo il proprio target. Non esistono gerarchie su dove e come: ognuno gestisce la propria offerta in base allo spazio e alla location di cui dispone o che sceglie. Un architetto sensibile tradurrà al meglio il valore del concept. Certamente, il bancone ha un ruolo di primo piano, la sua posizione determinerà l’intero sviluppo della distribuzione interna. Se preferiamo che sia l’unico protagonista è bene non metterlo in un angolo. Non dimentichiamo che l’effetto scenografico è sempre attrattivo. Un bancone centrale rispetto all’ingresso aiuta a disegnare meglio il prosieguo degli spazi funzionali. Mai sovradimensionarlo. 

Lo spazio per una cucina è necessario?
La cucina tradizionale non rientra in un’offerta di cocktail bar anche se è sempre più richiesto un servizio food a supporto. La realizzazione di una cucina deve seguire una progettazione specifica e a norma di legge, quindi visto l’argomento di grande interesse ce ne occuperemo prossimamente in una puntata dedicata.

I servizi igienici dove dovrebbero essere posizionati?
I servizi igienici sono obbligatori per i locali pubblici e spesso si cerca di nasconderli in modo poco funzionale. Una soluzione tra le più apprezzate è quella che prevede un percorso dedicato, a volte ricercato. Si evitano cosi file scomposte e antipatiche, ma soprattutto si possono disegnare soluzioni anche visivamente gradevoli. Non dimenticatevi mai dei nostri sensi. Qui sarebbe auspicabile un’essenza dedicata.

Qualche riflessione o idea per creare una lounge?
Il guest sarà al centro dei nostri pensieri imprenditoriali. Avremo sempre più un approccio social nella distribuzione degli spazi. La lounge determina un’area ben precisa per colori, forme e illuminazione, di fatto è comunque un ambiente che deve relazionarsi con il resto del locale. Non più un locale separato o con accesso dedicato.

E per quanto riguarda gli arredi?
Oggi l’aspetto informale, quasi familiare, impone soluzioni meno rigide. Quella che personalmente prediligo è la “confusione controllata”. Manteniamo sempre una flessibilità nella composizione del nostro arredo e sicuramente avremo un valore aggiunto. I luoghi ricettivi non avranno più orari tradizionali ma si adatteranno alla dinamicità della condivisione.

Quali sono gli ambienti più trendy oggi?
Oggi, per fare tendenza un locale deve rispondere a tutte le domande del guest. Non basta un interior design da urlo se il cocktail non è eccellente, ma vale anche il contrario. Dunque chi risponde al meglio al suo target e si rende attuale potrà realizzare un locale di tendenza o avere il potenziale per farlo. Lo scenario contemporaneo traduce il concetto di mixology anche nell’interior design, ogni dettaglio deve essere curato sempre più attraverso competenze specifiche: non ultima quella del sound designer, una nuova figura professionale necessaria per realizzare un concept che esprima un mood.

Ma non è solo questione di sound…
Fino a pochi anni fa il locale era specchio del suo proprietario o gestore. L’evoluzione della nostra società ha imposto che i locali siano sempre più espressione di chi li frequenta. Gli ambienti che esprimono varietà di colore, contrasti di materiali sempre più naturali, trasparenze e istallazioni green sono i più diffusi. Il locale con disposizioni e accessori modulari rappresenta il passato. La possibilità di dimmerare (regolare, ndr) la luce in un interior ha il pregio di poter dettare i tempi del locale. L’intensità della luce a pranzo è differente da quella della cena, dell’aperitivo o dell’evento. Solo in cucina la fissiamo in 500 lux. La luce è architettura, se poi la puoi controllare sei padrone dello spazio. Tradurre questa condizione in un concept di tendenza è una sfida sempre aperta. È certo che l’improvvisazione non è figlia di questo tempo.

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Paolo Albano
Architetto e designer con significativi riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale

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