Vi siete mai chiesti quando versate nel bicchiere un vino frizzante o una bevanda a base di malto e luppolo quale delle due produce più bollicine? E come mai?
Primo appuntamento del nuovo anno con le curiosità legate al mondo della birra, sia per quanto riguarda le caratteristiche peculiari dell’antica bevanda, e dei vari metodi di produzione, sia per quel che concerne tutto quello che ruota intorno ad essa: dalla forma del bicchiere più adatto a ciascuna tipologia brassicola alle leggi che, nei vari Paesi del mondo, ne regolamentano distribuzione e consumo.
Nelle precedenti puntate, abbiamo avuto modo di raccontare della birra finlandese realizzata affumicando il malto mediante l’utilizzo di escrementi d’oca, in un’altra occasione invece sono state sottolineate alcune delle bizzarre regole riguardanti la bevanda in vigore in diverse realtà territoriali degli Stati Uniti.
In un altro articolo, inoltre, ci si è soffermati a rispondere al quesito sul motivo per il quale le bollicine prodotte da spumanti e champagne provochino più rapidamente una sensazione d’euforia rispetto a quanto fanno quelle della birra: una ricerca scientifica ha stabilito che è dovuto alla presenza, nei vini bianchi, di una sostanza quale l’acido carbonico.
Qui invece daremo una risposta ad un altro interrogativo che riguarda sempre la schiuma che si sprigiona ogni qualvolta versiamo nel bicchiere un vino frizzante o una bevanda a base di malto e luppolo: come mai la seconda produce più bollicine rispetto al primo?
Anzi, per l’esattezza, la birra ne libera il doppio rispetto a quanto fanno spumante e champagne: mezza pinta della prima (0,284 litri) infatti dà vita a circa due milioni di bollicine, mentre i secondi, come appurato da uno scrupoloso studio, ne emettono ‘solo’ un milione.
L’interrogativo, che può apparire alquanto bizzarro, infatti ha riscosso l’interesse della scienza, tanto che alcuni studiosi dell’ Université de Reims Champagne – Ardenne, in Francia, coordinati da Gérard Liger-Belair e Clara Cilindre, hanno effettuato numerosi test a riguardo, arrivando a tale conclusione.
E’ emerso infatti che la formazione del doppio di bolle nei prodotti brassicoli è dovuta alle reazioni chimiche date dalla contemporanea presenza di lievito, malto e zucchero, con il primo ed il terzo che fungono da acceleratore della fermentazione del cereale: questo comporta un aumento della produzione di anidride carbonica, che è di gran lunga superiore a quella presente nei vini bianchi frizzanti, ed è proprio questo il motivo per il quale la schiuma della birra, quando viene versata nel bicchiere, è assai più abbondante.
Questo processo, è alla base anche del fatto che l’antica bevanda contenuta nelle lattine d’alluminio sigillate, essendo sottoposta ad una maggiore pressurizzazione rispetto a quella conservata nel vetro, contiene una quantità ancora maggiore di anidride carbonica e quindi, una volta aperta, produce ancora più bollicine.
La birra, inoltre, è composta da glicoproteine che riducono la tensione superficiale (ovvero la resistenza della superficie libera della bevanda all’azione di agenti esterni), cosicché le bolle possono aderire meglio l’una all’altra: questo il motivo per il quale, nella bevanda ricavata dal luppolo e dal malto, la schiuma si presenta anche nella parte centrale del bicchiere, differentemente da quanto avviene con champagne o spumante che rimangono lisci.
Altri due fattori determinanti in tal senso sono le forme e le dimensioni dei bicchieri utilizzati: questo è dovuto al fatto che la CO2 si accumula nelle diverse cavità dei contenitori e, ovviamente, ve ne sono ben di più in quelli destinati alla birra (si pensi ai tipici boccali dell’Oktoberfest) che in quelli utilizzati per servire spumanti o champagne.
Proprio le bollicine, prodotte in abbondanza dall’antica bevanda, sono alla base della sua popolarità e garantiscono maggior sapore e freschezza nel corso della degustazione. Secondo uno studio della rivista scientifica ‘Science daily’, infine, le bolle accentuano sia le note amare del luppolo che quelle dolci del malto, senza però disperdere tutti gli altri aromi presenti nella birra.