Con la decorazione il barman cerca di sorprendere il cliente e fargli vivere un’esperienza diversa dal solito.
Poi, non c’è una decorazione perfetta per tutti. Chi punta sul contrasto cromatico, chi sulla forma originale, chi preferisce una presentazione semplice ed essenziale. E ancora c’è chi ama la guarnizione di fiori colorati e profumati, chi quella di frutta, chi il bastoncino di cioccolato.
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Inoltre, la garnish deve essere complementare e non confondere il cocktail, aderendo al contempo allo stile estetico del barman.
La regola generale da tenere presente: mediamente siamo tutti più attratti da una bevanda di colore chiaro piuttosto che di aspetto scuro.
“I cocktail devono avere colori luminosi, brillanti o sgargianti. Ovviamente i migliori alleati di un bartender amante dei colori sono i distillati neutri. Tuttavia, si può giocare con la tabella cromatica per rendere più intrigante la colorazione di un cocktail”, spiega Luca Manni. Quindi? “Se il drink contiene una parte di amaro, per esempio, e ha un colore marrone si può stemperarne la tinta unendo un ingrediente più chiaro”, suggerisce.
Nessuno vieta di creare un drink totalmente nero con il carbone vegetale, ma per renderlo invitante bisognerà aggiungere un dettaglio colorato o dorato.
Per modificare la tonalità del drink, una tecnica efficace è quella della chiarificazione, sempre più di moda nella mixology contemporanea.
Come funziona? Se si aggiungono preparati a base di latticini come latte e yogurt, oppure ci si affida a una macchina professionale come il rotavapor, si possono togliere i pigmenti colorati da una sostanza e ottenere una miscela molto più chiara e vivace.
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