Con Pasqua e i ponti primaverili, parte la stagione dei picnic in vigna, poi verrà l’estate delle cene tra i filari, e infine dopo la vendemmia (magari aperta e partecipata) l’epoca delle degustazioni in cantina e del vino Novello.
Questa più o meno la scansione temporale dei più classici appuntamenti di enoturismo, un settore cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni.
Se ne è parlato a Vinitaly 2023 dove è stato presentato il rapporto numero 19 dell’Osservatorio nazionale turismo del vino, basato su un’indagine curata di Nomisma-Wine Monitor per Movimento Turismo del Vino, Città del Vino, Donne del Vino e La Puglia in Più.
L’indagine che ha coinvolto 265 cantine, 145 comuni e 20 delegati nazionali e coordinatori delle città del vino, ha messo in luce soprattutto come lo sviluppo dell’enoturismo sia dovuto principalmente all’ingresso delle donne nella organizzazione aziendale.
Quella delineata dalla ricerca è una proposta di turismo che si evolve e non è più legata al solo brindisi e degustazione in cantina, ma si arricchisce sempre più di ulteriori elementi culturali coinvolgenti.
Non sono tutte rose però, e tra quello che più frena un ulteriore sviluppo, si evidenzia in particolare lo scarso coinvolgimento delle aziende nei circuiti turistici locali e il fatto che molte cantine in realtà nei fine settimana sono chiuse al pubblico.
Il Ministro del Turismo Daniela Santanchè, intervenuta alla presentazione, ha così analizzato la situazione <Nel settore del turismo ci sono due criticità su cui stiamo lavorando: in primo luogo la formazione – occorre investire sempre più su scuole di eccellenza – poi l’aspetto economico: serve una politica per incentivare i giovani a lavorare quando gli altri sono in vacanza, nei weekend e nelle festività. Questo si può fare appunto attraverso strumenti di ricompensa economica, sui quali stiamo ragionando insieme al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone>.