Non costituisce più una novità il fatto che in Italia la birra sia sempre più apprezzata poiché considerata sinonimo di convivialità: un piacere che accomuna moltissimi italiani. I numeri pubblicati di recente da Assobirra hanno mostrato chiaramente come la filiera nostrana fosse cresciuta anche nel 2019 prima di subire una brusca frenata causata dalla pandemia.
Quanto successo nell’ultimo anno e mezzo, non ha scoraggiato alcuni imprenditori che hanno deciso di continuare ad effettuare degli importanti investimenti a beneficio del settore: è il caso ad esempio di Italmalt, marchio di proprietà di K-Adriatica con sede a Melfi. L’azienda, che rifornisce fra gli altri brand internazionali quali Heineken, Peroni e Carlsberg, dopo quella già operativa in Basilicata, aprirà infatti una nuova malteria a Loreo, piccolo comune del Polesine in provincia di Rovigo.
Si tratterà della fabbrica più grande d’Italia destinata alla produzione del malto da birra e darà lavoro a circa 100 persone fra dipendenti diretti e indiretti. Il progetto prevede che diventi operativa entro la fine del 2023 e che dia un nuovo impulso alla crescita della filiera brassicola italiana spingendola verso nuovi obiettivi.
Per questo progetto sono stati stanziati circa 25 milioni di euro, la maggior parte dei quali destinati all’acquisto degli impianti tecnologici, e 2,4 milioni per lo stabilimento produttivo. La produzione sarà improntata alla sostenibilità e alla riduzione dell’impatto ambientale: si utilizzerà infatti solo energia da cogenerazione, verrà impiegato il 100% del calore prodotto e messa in atto una riduzione del consumo d’acqua pari al 35%.
Il lavoro dello stabilimento sarà ampiamente automatizzato e collegato a un sistema integrato di stoccaggio. Grazie a contratti stipulati con circa 800 aziende e impreseagricole, K-Adriatica conta di produrre a Loreo 50 mila tonnellate di orzo, che si aggiungeranno alle 42 mila tonnellate di Melfi. Questo consentirà all’Italia di coprire il 60% del proprio fabbisogno interno di malto e di avvicinare sempre di più il settore alla realizzazione di quello che è un suo ambizioso progetto, ovvero la possibilità di proporre un’ampia varietà di prodotti brassicoli al 100% made in Italy.
Come spiegato in sede di presentazione da Giovanni Toffoli, amministratore delegato di K-Adriatica: “La produzione di orzo italiano per la filiera della birra è un’opportunità per l’agricoltura grazie anche al recupero e alla riqualificazione produttiva ed economica di aree agricole situate in zone poco sviluppate. L’impianto di Loreo rappresenterà un polo di sviluppo per il Polesine e vedrà il Veneto come regione di riferimento per la produzione della birra nel nordest.
Questo investimento di grande importanza dimostra come la filiera birraria italiana, nonostante tutte le avversità degli ultimi mesi, abbia difronte a sé delle prospettive molto positive a dimostrazione del fatto che, pandemia permettendo, la filiera potrà presto tornare a far registrare i numeri che ne hanno sancito l’importante crescita degli ultimi anni.