Le birre alla frutta: bevande fresche, ideali per i mesi primaverili ed estivi, che possono essere facilmente realizzate anche in casa.
La primavera e l’estate, come noto, sono stagioni in cui si hanno a disposizione grandi quantità e varietà di frutta fresca, magari provenienti dall’orto di famiglia: per chi produce la birra in casa, la tentazione di aggiungere questi doni della natura alla bevanda autoprodotta può risultare davvero affascinante.
Si tratta di una scelta che potrebbe rendere le proprie bevande rinfrescanti ancora più buone ed attraenti: bisogna tenere però presente che vi sono molti puristi i quali, quando si parla di birra, tendono a non prendere di buon grado l’inserimento di altri elementi oltre ai canonici malto, luppolo e acqua.
Un altro aspetto molto importante consiste nel fatto che è indispensabile saper dosare con maestria la frutta in modo tale che aromi e sapori di questa bevanda siano ben bilanciati: vi è infatti il pericolo concreto che gli zuccheri presenti nei frutti la rendano eccessivamente dolce e stucchevole.
Il fatto di produrre birra da sé consente di poter sperimentare il più possibile senza doversi preoccupare dei costi dato che è possibile adoperare minime quantità dei frutti più adatti ai propri gusti e realizzare bevande che possono anche conquistare gli appassionati di prodotti brassicoli alternativi.
In questo articolo vedremo brevemente quale sia il miglior modo per rendere la propria birra una vera e propria opera d’arte, illustreremo le fasi della preparazione e le varie problematiche che possono sorgere quando si vanno a mescolare alcuni tipi di frutta con gli ingredienti canonici della bevanda tradizionale.
L’aspetto più interessante di questa pratica, come detto, consiste nel fatto che non vi sono limitazioni ai tipi di frutta che possono essere impiegati, ma è necessario dividere questi ingredienti in alcune categorie dato che ciascuna di esse determina in modo diverso il profilo aromatico finale: la frutta fresca, la frutta secca, quella in scatola, la frutta congelata ed il succo di frutta concentrato.
Nel primo caso è bene assicurarsi che essa sia ben matura, lavata molto bene e che il suo gusto si possa accordare bene con questa bevanda; quella secca invece dev’essere priva di conservanti e di altre sostanze che vengono impiegate per modificare il prodotto.
Quella congelata invece è una valida alternativa a quella fresca perché costa decisamente di meno, ma consente ugualmente di preservare tutte le caratteristiche della frutta, anche se è necessario comunque lavarla bene in modo tale che i contaminanti non creino problemi di salute a chi andrà a bere la birra.
Senza dubbio però l’aggiunta del succo di frutta concentrato è il metodo più semplice per ottenere una bevanda brassicola fruttata essendo possibile aggiungerlo direttamente nel fermentatore. Un’altra opzione è l’utilizzo di un prodotto conservato in scatola, ma è importante fare molta attenzione dato che questa tipologia è più zuccherata rispetto a quella naturale.
Necessario inoltre fare attenzione a scolare completamente il succo in modo da non rovinare tutta l’operazi:
- nel fermentatore: questa è una pratica abbastaone. Si può aggiungere la frutta alla birra in una delle seguenti fasinza semplice ma la fermentazione potrebbe rovinare la frutta più delicata e quindi l’aroma del prodotto finale;
- in seguito al travaso: si può definire la pratica più semplice, ma è quella che, se non eseguita con cautela, rischia di far prendere troppa aria alla bevanda rovinandola;
- al termine della bollitura: è una tecnica molto usata ed è molto efficace non solo ai fini della birra, ma anche per ottenere una sterilizzazione migliore del prodotto.
Aggiungere la frutta alla birra può renderla ancora più buona, ma con un gusto decisamente nuovo che non tutti potrebbero apprezzare dato che si tratta di un cambiamento radicale: uno strappo totale con chi ama le regole del celebre editto conosciuto con il nome di ‘Reinheitsgebot’, ovvero la ‘Legge della purezza’ della birra, emanato in Baviera il 23 aprile 1516, il quale prevede che per la produzione della birra si utilizzino esclusivamente acqua, orzo e luppolo.