Alla posizione numero 86 della classifica dei World’s 50 Best Bars, subito dopo il mitico Camparino di Milano c’è attualmente il Nuovelle Vague, cocktail bar di Tirana.
Stupiti? Sicuramente no, se siete stati ultimamente nella capitale albanese e avete frequentato i suoi migliori locali, in particolare nel Blloku, il quartiere più trendy della città. Quello in cui, all’epoca del regime comunista, avevano le loro lussuose residenze il dittatore Enver Hoxha e i più alti dirigenti dello Stato. E che oggi è il punto di riferimento della nuova borghesia e della movida locale, fra ristoranti e negozi alla moda, bar e cocktail bar di ottimo livello. Fra cui il Nouvelle Vague, appunto, aperto nel 2012 dai fratelli Sofo ed Evi Cali.
Ci andiamo un sabato sera e l’atmosfera è quella che si può vivere nello stesso momento in un locale di tendenza a Milano: tanti ragazzi, anche se in generale la clientela è di tutte le età, musica, una minima selezione all’ingresso per evitare sovraffollamenti e frequentazioni moleste. E, all’interno, uno spettacolare doppio bancone: a sinistra quello “di linea”, che si sviluppa per l’intera lunghezza del bar, a destra quello, più piccolo, dove si fa alta miscelazione.
Fra tradizioni albanesi e trend internazionali
E’ proprio quest’ultimo ad accoglierci, accanto alla postazione del dj, con l’head bartender Mimis Mato che ci spiega la filosofia del Nouvelle Vague, basata su una ricerca improntata al recupero delle tradizioni enogastronomiche albanesi e alla loro “traduzione” in cocktail contemporanei, originali e di qualità. Così, in lista troviamo un paio di twist on classic (come l’ottimo Deviated Negroni, che al gin sostituisce il raki al ginepro e al posto del vermouth impiega un vino albanese kallmet fortificato, qui la video ricetta) e dieci signature che fanno ampio ricorso a ingredienti come boza (un fermentato molto popolare in Albania), raki variamente aromatizzati (il raki è uno spirito ottenuto dalla fermentazione e successiva distillazione di frutti), caffè turco, tè, spezie, affiancati a più classici gin, rum, whisky, tequila, bitter, vodka e liquori vari.
Si va dalle note più bitter a quelle più dolci, per accontentare ogni palato, ma tutti i cocktail che abbiamo provato sono equilibrati e a tratti sorprendenti, data l’originalità delle ricette, ulteriormente elaborate e perfezionate durante il forzato stop della pandemia.
Drink sorprendenti ed equilibrati
Oltre al citato Deviated Negroni abbiamo avuto modo di apprezzare il The Quince (raki alla mela cotogna, whisky single malt, miele d’acacia, sommacco e pistacchio) per gli amanti dei drink “sweet”, e il Black Sabah (rum, raki di moscato, caffè turco, mais tostato, miele e spezie), dalle note particolari fra caraibi e balcani (detto così significa poco o nulla, ma vale la pena di provarlo: è buono, fidatevi…).
Una drink list che miscela alla perfezione tradizioni albanesi e tendenze internazionali. Con la certezza che, una volta entrati, non solo vi farete coinvolgere dall’atmosfera del locale, ma potrete bere bene. Scoprendo cocktail tutt’altro che banali. Come testimonia non solo la classifica dei World’s 50 Best Bars, ma anche e soprattutto il successo che il Nouvelle Vague riscoute fra i sempre più numerosi albanesi che apprezzano la miscelazione di qualità e i tanti turisti provenienti da gran parte d’Europa, Italia in primis.
Peraltro, la vocazione internazionale di questo cocktail bar è sottolineata anche dalle guest di fama mondiale che vengono frequentemente ospitate al bancone: fra le più recenti, pochi giorni fa, Alex Frezza de L’Antiquario di Napoli, fra i massimi rappresentanti della mixology italiana ed europea. Un ulteriore “sigillo di garanzia”, se ancora ce ne fosse bisogno.
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