Birreria Pedavena, la più antica d’Italia: un viaggio nei luoghi dove tutto ebbe inizio
Questo articolo potrebbe concludersi in due frasi: la birreria più antica d’Italia, fra quelle ancora attive, è la Pedavena che prende il nome dall’omonimo paese in Provincia di Belluno. Fondata dai tre fratelli Luciani (Sante, Luigi e Giovanni) fra il 1896 e il 1897 è arrivata, nel 2015, a produrre 405 mila ettolitri di birra all’ anno
Noi però abbiamo voluto scavare indietro nel tempo, andando a ritroso di qualche decennio per raccontare del luogo dove è iniziata l’avventura imprenditoriale dei fratelli Luciani. E dove già esisteva una fabbrica che produceva birra!
La famiglia era originaria di un piccolo paese che oggi si chiama Canale d’Agordo situato in un’ampia valle che prende il nome dal torrente che la attraversa: il Biois. A farle da cornice le alte vette dolomitiche del bellunese quali il San Pellegrino, il Civetta, il Pelmo, le Pale di San Martino e la Marmolada.
Grazie alla collaborazione del ricercatore Claudio Scardanzan abbiamo scoperto che i fondatori della Pedavena erano ‘cugini di primo grado’ di Papa Luciani, il ‘Papa buono’, anch’egli nativo di Canale d’ Agordo e al quale è dedicato un museo molto interessante sito nella piazza centrale del paese.
Grazie anche ad una lunga chiacchierata con il direttore del museo, Loris Serafini, e con Claudia Tancon, responsabile dell’accoglienza e delle visite guidate all’ esposizione, abbiamo ricostruito, nei passaggi principali, la storia della nascita della birreria di Forno di Canale.
Nessun refuso: Forno, per alcuni secoli, è stato il nome del paese. In questa piccola frazione infatti, fino al 1748, era attivo un importante complesso metallurgico (ferro, piombo, mercurio), dotato di forni fusori, che fornì i metalli anche per le armi della Serenissima, che ne fece il polo economico di tutta la valle.
Per questo motivo, per centinaia di anni, il paese si è chiamato Forno di Canale. Il nome originario è stato ripristinato nel 1964 dal fratello di Papa Luciani all’ epoca sindaco del piccolo paese dolomitico.
La chiusura del polo siderurgico comportò un duro colpo all’ economia del paese. Con l’obiettivo di rilanciarla sul piano economico, creando nuovi posti di lavoro, nel 1847 durante il dominio asburgico, l’avvocato Giovan Battista Zannini, esponente di una nobile famiglia del luogo, avviò una fabbrica per la produzione di birra.
L’acqua utilizzata, particolarmente adatta per la sua purezza, sgorgava da quella che veniva chiamata ‘sorgente rosa’ ed era situata all’ imbocco della valle di Gares poco distante dal corso del fiume Biois nei pressi del quale, nel centro del paese, venne costruita la fabbrica
Fu quindi da questa realtà già avviata nella produzione della birra che nel 1888 partì l’avventura imprenditoriale dei fratelli Luciani. Solo negli anni successivi, a partire dal 1895, fu deciso di trasferire la produzione a Pedavena.
Oggi l’edificio dove era situata la fabbrica è stato ristrutturato, tenendo vivo il legame con il passato grazie ad un arredamento tutto in legno studiato ad hoc, e mantiene saldo il rapporto con le sue origini ospitando una birreria dove si possono degustare anche tipici piatti locali.Gestito a partire dal 1978 dalla famiglia Costa, si fregia di una storia legata al mondo della birra che ha attraversato tre secoli. Uno dei proprietari del locale, Dino Costa, che sta conducendo uno studio sulla storia della birreria ha raccontato: “Non sappiamo se all’ epoca l’edificio ospitasse, come oggi, delle camere. Purtroppo infatti dell’arredamento dell’epoca siamo riusciti a salvare solo i quattro specchi situati all’ ingresso della birreria”.
A noi però piace giocare con la fantasia e chiudere questo racconto immaginando un viandante, che può essere vagamente definito il “turista” dell’Ottocento, che dopo essersi riposato e rifocillato anche con birra prodotta con salubre acqua dolomitica, prima di riprendere il suo viaggio, si aggiusta il mantello riflettendosi in uno di quegli specchi: proprio come potremmo fare noi!