Cognac e brandy scomparvero quasi dalle ricette dei drink nell’Europa della fine del 1800 per colpa della fillossera.
Dal Sidecar al French 75, fino allo Stinger: i primi cocktail spesso erano a base cognac o brandy.
Poi, cognac e brandy ebbero un periodo di buio. Accadde a partire dal 1893, quando arrivò dal Nuovo Continente la fillossera, un afide che devastò i vigneti, rese rari e costosi i distillati di vino e contribuì al boom nella miscelazione del gin (e degli altri spirit a base di cereali).
Così la ricetta originale del Sidecar fu declinata con il gin dando vita al White Lady (identico, ma con il gin appunto), nel French 75 il distillato di ginepro sostituì il cognac e lo Stinger fu proposto solo sulle navi da crociera di lusso.
“Fu in quel periodo che il calvados, acquavite di mele della Normandia, conobbe il suo massimo fulgore”, puntualizza Fulvio Piccinino nel suo libro Sareperebere del 2011 (pp. 360).
Saperebere Complete Edition
La nuova edizione del 2021, Saperebere Complete Edition, è un manuale prezioso (ed. Graphot) di 445 pagine. Un libro tecnico e professionale che però mantiene l’impostazione della ricostruzione storica, pensato per dare modo ai barman di rispondere alle curiosità dei clienti ma anche come strumento di lavoro per aziende, distillatori, giornalisti e appassionati.
Grappa e brandy, storia e produzione dei figli del vino
Lo stesso Fulvio Piccinino – fra i massimi esperti, storici e divulgatori in fatto di distillati e cultura del bere in Italia – ha pubblicato un anno fa Grappa e brandy, storia e produzione dei figli del vino, “la ricerca storica più approfondita di sempre sulle origini della distillazione in Italia”. L’evoluzione degli alambicchi, l’uso medico e poi la genesi di grappa e brandy, il tutto corredato da documenti e ritrovamenti unici.
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