Parliamo di drink trend e macro-tendenze in ambito mixology.
Intanto, da segnalare è il boom di eventi dopo due anni di quasi totale blocco. Ma, in vista dei prossimi mesi, l’atteggiamento della maggioranza degli operatori di settore è cauto.
DRINK TREND: UMORI
“L’inverno 2023 potrebbe essere molto lungo. Se non accade qualcosa di imprevedibile la situazione sarà grigia. Il potere di acquisto si erode e le aziende investono poco”, osserva per esempio Giuseppe Capotosto, brand ambassador di Bordiga. “Che dire? L’estate è andata bene, i termini di presenze. Ma le spese di gas e luce sono più che raddoppiate a luglio 2022 rispetto all’anno precedente. Quindi, nonostante sia stata un’ottima stagione, in fin dei conti il guadagno per i locali è stato limitato. E in inverno, quando le temperature saranno rigide, che accadrà? Dovremo affrontare un ulteriore aumento delle spese e una riduzione dell’affluenza. Insomma, un’ulteriore riduzione dei guadagni”, commenta Cinzia Ferro, alias La Ci, titolare di Extremadura Cafè a Verbania.
Le novità
Da un lato si affacciano sulla scena paesi senza una tradizione storica. Dall’Africa al Sud America.
Ancora: fizzy e low alcol drink tirano.
E arriviamo al tema sostenibilità.
“Per me, questo, è un approccio un po’ superficiale. Le congiunture politico-economiche rendono anzi ancora più urgenti provvedimenti e misure di contenimento degli sprechi. E il cambiamento deve partire da noi. I professionisti dell’ospitalità hanno un dovere etico in tal senso” osserva Marina Marcarino, proprietaria dell’azienda vinicola Punset e presidente di Albeisa, l’associazione fondata nel 1973 per riunire i produttori dell’albese attraverso l’utilizzo di una storica bottiglia.
Poi prosegue: “Ristoratori e produttori, per cominciare, dovrebbero educare la clientela al corretto riciclo del vetro”, aggiunge. “Sono convinta che abbattere gli scarti di lavorazione nel nome di una maggiore sostenibilità e di un minore impatto ambientale non è più solo una questione di etica, ma anche di economia” chiarisce. Infine, fa una disgressione.
ALBEISA LA STORICA BOTTIGLIA GREEN
“Qui -nelle Langhe- si producevano vini molto buoni già nel 1700, vini richiesti nei banchetti di regine e re. Per renderli riconoscibili e più facilmente vendibili e conservabili, i vignaioli locali iniziarono a inserirli in una bottiglia speciale, realizzata apposta da maestri vetrai della zona. Purtroppo, con l’industrializzazione i costi per i maestri vetrai sono diventati troppo elevati e le bottiglie sono scomparse e dimenticate. Se la bottiglia è tornata in vita è grazie a un produttore di vino del luogo, Renato Ratti, che ha ritrovato alcuni esemplari e deciso di tornare a produrla a inizio anni ’70. L’ha chiamata Albeisa perché può contenere solo vini delle Langhe, di cui Alba è la capitale”.
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