Il tour, questa settimana, torna in Africa e approda in Togo, Paese che, nonostante una situazione economica drammatica (il 40% circa della popolazione vive con meno di 1,25 dollari statunitensi al giorno) presenta non solo un birrificio industriale, ma anche uno artigianale.
Come riportato dall’istituto di ricerca Statista, inoltre, gli analisti del mercato di settore si aspettano che qui, nel quadriennio 2023-2027, i consumi crescano del 4,3% all’anno: sembra un paradosso per una Nazione nella quale gli abitanti, per lo più, vivono grazie all’agricoltura di sussistenza.
Un dato di fatto che però non è del tutto paradossale: in un territorio nel quale le infrastrutture, come gli acquedotti, sono assai carenti o assenti, chiaramente chi può permetterselo, acquista anche birra che, senza dubbio, risulta più salubre rispetto all’acqua stagnante. Si tratta in sostanza della stessa soluzione che veniva adottata in Europa durante l’epoca medioevale per prevenire alcune malattie.
Togo nel quale sorprendentemente esiste, seppur limitato, un mercato della birra ed aspetto ancora più interessante, dove viene prodotta una bevanda brassicola che è stata premiata con la medaglia d’oro in una dei concorsi birrari più importanti a livello planetario: il ‘Monde selection’ che si svolge ogni anno a Bruxelles.
La bevanda in questione viene prodotta dal BB brewieries, con sede nella capitale Lomé ed è di proprietà del gruppo francese Castel: la multinazionale d’oltralpe infatti, come abbiamo già avuto modo di sottolineare, è molto attiva in Africa essendo questo un mercato sempre più importante per tutto il settore.
La referenza della casa, in attività dal 1964, a vincere la gara nella propria categoria nell’edizione del 2020 è stata la ‘Awoyoo speciale’: si tratta di una lager di colore ambrato con una schiuma sottile e una gradazione alcolica del 6%. L’aroma mette in risalto note di caramello, cioccolato e caffè tostato.
Il Bb brewieries è nato grazie all’intraprendenza dell’imprenditore tedesco Joachim Haase: per chi non lo sapesse infatti questo territorio, dal 1886 alla prima guerra mondiale, è stato una colonia teutonica con il nome di Togoland;proprio alla grande tradizione brassicola del Paese europeo si rifà il primo e per ora unico birrificio artigianale togolese.
L’azienda, operativa dal 2020, è stata anch’essa fondata da giovani imprenditori discendenti dei coloni tedeschi e realizza otto birre. La referenza della casa maggiormente apprezzata, secondo quanto riportato dal portale ‘Rate beer’, è la Djama pilsner: si tratta di una birra che, come prevede lo stile, si presenta di color giallo dorato e con un intenso aroma dolce di malto che lascia però spazio ad alcune note di luppolo.
Questo quindi per quanto riguarda la produzione delle moderne birre in Togo dove, come in tutti i Paesi dell’Africa, viene prodotta anche una bevanda tradizionale con una storia millenaria: anche qui infatti il processo che consente la fermentazione dei cereali è noto alle etnie locali da tempi antichissimi.
La bevanda, conosciuta con nomi diversi a seconda dei dialetti, è ancora oggi molto apprezzata dalla popolazione togolese per la quale costituisce anche una fonte di sostentamento. Viene prodotta con l’impiego del miglio fermentato quale ingrediente principale: l’utilizzo di questo cereale è legato al fatto che questo si presta ad essere coltivato su terreni aridi come quelli che caratterizzano alcune aree del Togo.
La semina del miglio per la preparazione si effettua ad inizio primavera. Una volta che è maturato, viene raccolto ed immerso in acqua per un arco di tempo che varia dalle 7 alle 10 ore: in questo modo il cereale, coperto con foglie di manioca o taro, ha la possibilità di germogliare.
Successivamente, viene lasciato asciugare al sole per tre giorni e, una volta asciutto, il miglio viene macinato, riposto in un recipiente con acqua e successivamente cotto per circa otto ore:il liquido ottenuto viene filtrato e ad esso sono aggiunti il lievito ed alcune erbe che daranno al prodotto finito un aroma più intenso.
Il composto deve fermentare per una notte: il risultato finale è una bevanda semi-fermentata che nel tempo continua a ribollire facendo aumentare la gradazione alcolica. Dato che non si conserva a lungo, deve essere consumato entro un breve arco di tempo: per questo motivo viene venduto solo localmente.
Togo che quindi, come accaduto in altre sorprendenti tappe del viaggio, mette soprattutto in evidenza come le moderne produzioni brassicole siano sempre più capillarmente diffuse in tutto il mondo: in numerosi casi, come questo, si tratta di piccole realtà produttive, sconosciute, i cui prodotti però, come dimostra il premio vinto a Bruxelles dal BB breweries, sono apprezzati a livello internazionale.
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